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Alimentazione

Crioterapia, cos’è e quali sono i suoi benefici?

Il termine crioterapia ha radici nel greco antico, e significa letteralmente “cura attraverso il freddo“. Questo approccio si colloca tra le nuove metodologie emerse negli ultimi decenni per trattare condizioni estetiche e mediche. Tuttavia, le proprietà terapeutiche del freddo sono conosciute da tempi antichi, e se utilizzata correttamente, la crioterapia può risolvere diversi disturbi, come dimostrato nel corso di molti anni. Ma vediamo esattamente di cosa si tratta e come funziona questa tecnica.

Come funziona e come migliora la salute la crioterapia

È importante notare che la crioterapia non è una medicina alternativa fondata su concetti empirici. Pur avendo radici storiche e tradizionali, nel corso del tempo ricercatori e medici l’hanno perfezionata, trasformandola in una terapia curativa riconosciuta.

Nonostante i notevoli progressi della medicina, la crioterapia attuale ha conservato in parte i concetti fondamentali. Il freddo, originariamente impiegato per alleviare disturbi comuni come febbre, contusioni e traumi muscolari, è ora applicato nel trattamento di condizioni dermatologiche come verruche, acne, angiomi, cicatrici, neoplasie e melanomi. Nell’ambito dermatologico, la crioterapia è anche conosciuta come criochirurgia. Questa tecnica può costituire un trattamento preferenziale, un’alternativa a procedure più invasive come la micro-chirurgia o un complemento.

L’applicazione di ghiaccio dopo traumi o problemi muscoloscheletrici può essere vista come una forma basilare di terapia del freddo. L’utilizzo del ghiaccio in casi di contusioni e lesioni muscoloscheletriche aiuta a ridurre la percezione del dolore grazie all’effetto analgesico temporaneo del freddo sulla zona trattata. La riduzione della temperatura cutanea impedisce la trasmissione di impulsi dolorosi. Il ghiaccio è anche impiegato per alleviare il gonfiore attraverso la vasocostrizione indotta, prevenendo la fuoriuscita di sangue nei tessuti. Tuttavia, i muscoli tendono a rilassarsi a basse temperature, e qui il ghiaccio viene utilizzato per scioglierli, avendo un’azione antispastica e miorilassante. In alcune situazioni, l’applicazione del freddo può essere combinata con bendaggi elastici per comprimere l’area lesa, accelerando così i tempi di guarigione.

Vasca per la crioterapia | Pixabay @jacoblund – Saluteweb.it

L’applicazione della crioterapia può coinvolgere vari settori del corpo umano; per questo motivo, è una metodologia ricca di sfumature e adatta per affrontare diverse problematiche. Di seguito, verranno delineati i principali impatti che la terapia del freddo può avere su vari tessuti e sistemi corporei.

Per quanto riguarda il sistema vascolare, la crioterapia applicata localmente induce la contrazione dei vasi sanguigni superficiali, seguita da una vasocostrizione sistemica quasi immediata grazie a riflessi nervosi che diffondono il freddo in altre zone. Questo effetto rimane stabile fino a una temperatura di circa 15 gradi; al di sotto di questa soglia, si verifica una vasodilatazione e i nervi non trasmettono più il segnale di freddo (blocco delle fibre nervose). La vasodilatazione rappresenta una forma di auto-protezione dell’organismo, un meccanismo di difesa per evitare l’arresto della circolazione sanguigna.

A livello nervoso la crioterapia opera, invece, riducendo la velocità di conduzione dei segnali.

La crioterapia ha un impatto anche sul metabolismo, rallentando il metabolismo tissutale a seguito dell’applicazione del freddo. Ciò avviene poiché le reazioni metabolico-biochimiche vengono indebolite.

Nel contesto muscolare, la terapia del freddo si rivela efficace nel rilassare i tessuti e sciogliere i muscoli. Qui, l’effetto della crioterapia è duplice e complementare: il muscolo può reagire con un aumento o una diminuzione del tono. Questo dipende dalla durata dell’applicazione del freddo nella zona interessata. Una breve esposizione al ghiaccio può aumentare il tono muscolare, mentre un’applicazione prolungata può provocarne la diminuzione.

Attualmente, esistono vari approcci di crioterapia destinati a trattare una vasta gamma di disturbi, che spaziano da quelli legati all’estetica, passando per problemi ossei e muscolari, fino al trattamento di patologie gravi come alcuni tipi di tumori cutanei. In generale, i principali tipi di crioterapia impiegati sono la crioterapia generale, quella localizzata e quella sistemica. Pur facendo uso del freddo, le diverse tecniche crioterapiche si differenziano notevolmente e vengono applicate per scopi specifici.

La crioterapia generale. La crioterapia generale si presenta come un approccio delicato, eseguito in combinazione con l’anestesia totale del paziente. Viene impiegata in interventi specifici di cardiochirurgia, dove la temperatura corporea del paziente viene ridotta a meno di 30 gradi. Questa procedura avviene tramite casse refrigeranti doppie, con un liquido che evapora rapidamente circolante nella loro intercapedine.

La crioterapia localizzata. La crioterapia focalizzata è un approccio più diretto, consistente nell’applicare direttamente il ghiaccio sulla zona interessata per ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore. Tuttavia, è importante notare che un utilizzo improprio del freddo può generare seri effetti indesiderati.

La crioterapia sistemica. La crioterapia sistemica (nota anche come Whole Body Cryotherapy o WBC) è una tecnica specifica impiegata prevalentemente nell’ambito estetico e sportivo, sebbene ultimamente alcuni medici ne suggeriscano l’utilizzo anche a fini medici. Nel settore sportivo, questa forma di crioterapia viene adottata per ridurre dolore e infiammazione legati a traumi, infortuni, rigidità, sovraccarico muscolare e tendineo. In aggiunta, come accennato, la crioterapia sistemica è impiegata nell’ambito estetico, soprattutto negli Stati Uniti, per mantenere la giovinezza della pelle. Questa procedura può essere eseguita attraverso:

– Una criocamera a due stanze.

– Una criosauna.

La criocamera a due stanze consiste in una prima camera a -60°C e una seconda a -130°C. Il paziente entra nella prima camera per trenta secondi e poi passa alla successiva, dove può rimanere per un massimo di tre minuti (il tempo viene determinato dal medico). Le basse temperature sono ottenute mediante l’utilizzo di azoto liquido (-196 gradi) contenuto in appositi serbatoi. La criosauna, invece, è un cilindro che può ospitare una persona alla volta, anche se si ritiene che il suo impiego sia meno sicuro rispetto alla criocamera a due stanze.

Nel trattamento a freddo, la scelta del metodo di congelamento è essenziale: sorprendentemente, il raffreddamento lento potrebbe causare effetti collaterali più significativi rispetto a quello rapido. Questo perché non è possibile controllare e monitorare adeguatamente gli esiti. Il congelamento veloce agisce sul liquido intracellulare, alterando proteine, enzimi e scambi trans-membranali. L’effetto risultante è gestibile e inequivocabile, come evidenziato dalla crioterapia a congelamento rapido utilizzata per trattare verruche ed acne senza lasciare cicatrici. In questa procedura, la temperatura diminuisce di 50 gradi al di sotto dello zero al minuto, formando cristalli di ghiaccio tra le cellule. D’altro canto, il congelamento lento non produce risultati precisi, poiché spesso non è possibile controllarne gli effetti. Si verificano cristalli tra cellule, causando danni difficilmente quantificabili in termini di estensione e gravità.

Federico Liberi

Sono laureando in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica

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