Il Covid continua a destare preoccupazione a causa della variante Xec e dei suoi sintomi: ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo
La pandemia di Covid 19 ha scosso per anni il mondo intero anche e soprattutto a causa delle sue innumerevoli varianti. Oggi, nel 2024, il punto critico è stato ampiamente superato e la nostra vita è tornata pressoché uguale a quella del 2019, quando ancora nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo di lì a pochi mesi. Il virus, però, ancora non ci ha lasciati definitivamente, e la variante Xec torna a minacciare la salute mondiale. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
I sintomi della variante Xec fanno paura: ecco quali sono
Sembrano decisamente lontani i tempi del primo lockdown, del virus che si diffondeva senza sosta e di tutte le limitazioni che abbiamo vissuto sulla nostra pelle. In molti, ormai, neanche pensano più al virus, eppure l’ultima variante di Covid, la Xec, negli ultimi mesi, sta attirando su di sé le attenzioni degli esperti di tutto il mondo. Comparsa per la prima volta a Berlino a fine giugno, Xec è una variante ricombinante che ha raggiunto tutto il mondo. Da quando è stata rilevata per la prima volta, si è diffusa rapidamente in Europa, Nord America e Asia, e continua a espandersi e a far preoccupare, soprattutto a causa dei suoi sintomi pesanti.
I sintomi della variante Xec
I sintomi della variante Xec sono molto simili a quelli della variante Omicron. Questa variante si distingue per una forte tosse, congestione nasale e tende a colpire prevalentemente le alte vie respiratorie. Tuttavia, presenta anche un sintomo nuovo rispetto alle precedenti varianti di Covid: la perdita dell’appetito. In alcuni casi, questo disturbo è accompagnato da diarrea. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) e docente a Tor Vergata, Roma, ha raccomandato a chi presenta sintomi come difficoltà respiratorie o congestione nasale, e risulta positivo al Covid, di indossare la mascherina quando necessario.
Il virologo Fabrizio Pregliasco ha evidenziato che la variante Xec sarà dominante durante l’inverno, sottolineando come sia impossibile distinguerla da altre malattie respiratorie senza un test specifico. Ha inoltre spiegato che molte persone asintomatiche o con sintomi lievi possono comunque trasmettere il virus. Allo stesso tempo, ci sono anche persone che manifestano sintomi più severi come mal di gola, naso chiuso, tosse, febbre, dolori muscolari e articolari. In alcuni casi, è tornata anche la perdita di gusto e olfatto. Il contagio colpisce soprattutto i giovani, che possono sviluppare sintomi più gravi.
Gli esperti lanciano l’allarme: “I numeri del Covid sono sottostimati”
Tutti i virologi concordano sul fatto che il numero reale di positivi sia notevolmente sottostimato, principalmente a causa del basso numero di test eseguiti, o perché molti esami vengono effettuati in casa e non sono registrati ufficialmente. Tuttavia, la mortalità è in aumento, e il professor Pregliasco sottolinea come sia necessario continuare a confrontarsi con un virus in costante mutazione che si manifesta in ondate successive. Sebbene queste varianti non siano particolarmente pericolose, riescono comunque a eludere le difese immunitarie rafforzate dai vaccini e dall’immunità acquisita da chi ha già contratto l’infezione. Il numero di contagi rappresenta solo una parte superficiale di una situazione ben più ampia.
Le nuove regole per chi risulta essere positivo al Covid
Se un tampone conferma l’infezione da SARS-CoV-2, attualmente non è più obbligatorio l’isolamento. Tuttavia, è consigliabile informare il proprio medico, che potrà indicare eventuali terapie, soprattutto per le persone considerate fragili o a rischio. Anche senza l’obbligo di isolamento, il Ministero della Salute suggerisce di agire con prudenza, isolandosi in presenza di sintomi, specialmente per proteggere i soggetti fragili o vulnerabili. È inoltre fondamentale seguire le misure di prevenzione per ridurre la diffusione del virus, come:
- Indossare mascherine, preferibilmente FFP2, quando si è a contatto con altre persone;
- Mantenere una buona igiene delle mani; se non disponibili acqua e sapone, usare gel disinfettanti specifici;
- Evitare luoghi affollati, inclusi ospedali e RSA, soprattutto per chi lavora in tali ambienti e ha contatti con persone a rischio;
- Informare le persone con cui si è stati in contatto dell’infezione da SARS-CoV-2;
- Contattare il medico se i sintomi non migliorano o peggiorano;
- In caso di sintomi gravi, come difficoltà respiratorie, chiamare immediatamente il 118.
Trattamenti disponibili per il Covid
In presenza di febbre e dolori, su indicazione del medico e in assenza di controindicazioni, è possibile assumere paracetamolo, un principio attivo noto per le sue proprietà antipiretiche e lievemente analgesiche, oppure farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene. Il medico potrebbe anche prescrivere farmaci specifici per alleviare altri sintomi particolarmente fastidiosi che causano disagio o malessere al paziente.
È importante ricordare che la COVID-19 può essere gestita autonomamente a casa, ma sempre sotto supervisione medica, solo se si presenta in forma lieve. Se la malattia dovesse presentarsi in forma grave, potrebbe essere necessario un ricovero ospedaliero.
Durata attuale del Covid
Indicativamente, i sintomi causati dall’infezione da SARS-CoV-2, quando si presentano in forma leggera, tendono a durare mediamente tra i 2 e i 5-6 giorni.
Attualmente, il periodo di incubazione del SARS-CoV-2 è stimato attorno ai 3-4 giorni, evidenziando una riduzione del tempo necessario affinché i sintomi si sviluppino dopo il contagio rispetto a quanto avveniva con le prime varianti del virus.
Le varianti più presenti in Italia al momento
Oltre alla Xec, attualmente, la variante di SARS-CoV-2 più diffusa nel nostro Paese è la sottovariante JN.1 e i suoi lignaggi derivati, come KP.2 e KP.3, ai quali si aggiunge il sottolignaggio KP.3.1.1. In particolare, JN.1 e KP.3 stanno consolidando la loro diffusione e prevalenza in numerosi Paesi, al punto da poter essere considerati parte di un trend ormai globale.
Come capire se si ha il Covid o una semplice influenza
I sintomi delle infezioni da SARS-CoV-2 sono oggi generalmente lievi e poco specifici. Questo rende complesso, se non impossibile, distinguere i sintomi della COVID-19 da quelli provocati da altre infezioni, come influenza, raffreddore o altre patologie virali che colpiscono le vie respiratorie. L’unico metodo per confermare la presenza di COVID-19 rimane l’esecuzione di un tampone, sia esso rapido o molecolare.