Si può diventare sordi a causa del Covid? Secondo alcuni studi, i giovani sarebbero a forte rischio. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo
L’incapacità di percepire sapori e odori è stata, fin dall’inizio, uno dei segni più distintivi del Covid. Recentemente, però, un nuovo studio ha rivelato che l’infezione può anche aumentare il rischio di perdita dell’udito e ipoacusia neurosensoriale (Ssnhl) nei giovani adulti. Un gruppo di ricercatori sudcoreani, infatti, ha esaminato i dati di 6,7 milioni di persone tra i 20 e i 39 anni senza problemi uditivi, dal gennaio 2020 al dicembre 2022. Il 72% di questi aveva contratto il Covid e il 93,1% aveva completato il ciclo di vaccinazioni primarie. Ma vediamo più nel dettaglio questa nuova scoperta.
Scoperto nuovo sintomo del Covid: i giovani potrebbero perdere l’udito. Ecco i dettagli
COVID-19 è il nome della malattia causata dal coronavirus: “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” significa disease (malattia in inglese) e 19 si riferisce all’anno 2019, quando è stata identificata. Il Coronavirus SARS-CoV-2 è un virus respiratorio appartenente alla vasta famiglia dei coronavirus (CoV); il termine Coronavirus deriva dalle punte a forma di corona presenti sulla superficie del virus.
COVID-19 può presentarsi con sintomi quali febbre, tosse, mal di gola, mal di testa, naso che cola, debolezza, stanchezza e dolori muscolari; in alcuni casi, può manifestarsi in forma grave, con polmonite, insufficienza respiratoria, sepsi e shock settico, che possono essere letali. Alcuni individui possono essere asintomatici, ma sono comunque contagiosi e in grado di trasmettere il virus.
Il periodo di incubazione, cioè il tempo che intercorre tra l’infezione e la comparsa dei sintomi, si stima duri tra i 2 e gli 11 giorni, con un massimo di 14 giorni. I sintomi più comuni di COVID-19 includono:
- febbre pari o superiore a 37,5 gradi e brividi;
- tosse;
- difficoltà respiratorie;
- perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o riduzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia);
- naso che cola;
- mal di gola;
- diarrea (soprattutto nei bambini).
Le persone con più di 70 anni, quelle affette da patologie come ipertensione, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori) tendono a sviluppare forme gravi della malattia.
Ultimamente, però, uno studio ha scoperto un nuovo sintomo, ancora più preoccupante, soprattutto per i giovani. Ecco di cosa stiamo parlando.
Perché con il Covid si può perdere l’udito?
“Recenti osservazioni cliniche hanno registrato casi di perdita uditiva improvvisa in giovani adulti senza precedenti patologie, dopo l’infezione da Covid-19, indicando che tali disturbi stanno diventando un nuovo problema di salute pubblica post-pandemia – spiegano i ricercatori nello studio pubblicato su eClinicalMedicine del gruppo Lancet – La perdita dell’udito nei giovani può influenzare significativamente la qualità della vita, il rendimento scolastico e lavorativo, e le relazioni sociali”.
Nel periodo di studio, sono stati registrati 38.269 casi di sordità e 5.908 casi di ipoacusia neurosensoriale, quest’ultima dovuta a danni al nervo acustico che riducono la percezione di determinate frequenze e causano una distorsione dei suoni. Entrambi i tipi di perdita uditiva si sono rivelati più frequenti nel gruppo di individui che aveva contratto il virus Sars-CoV-2. Un’analisi più approfondita ha indicato che il rischio di perdita dell’udito legata al Covid è maggiore nei giovani adulti con diabete, così come la perdita dell’udito neurosensoriale è più comune tra coloro che presentano livelli anomali di colesterolo.
“Questi risultati indicano che gli operatori sanitari dovrebbero essere consapevoli del rischio aumentato di problemi uditivi nei giovani adulti colpiti da Covid-19 e considerare uno screening e un follow-up adeguati”, suggeriscono i ricercatori, che sottolineano la necessità di condurre ulteriori studi con dati audiologici oggettivi e un periodo di follow-up più lungo per esplorare i meccanismi biologici degli effetti di Sars-CoV-2 sull’udito.