Il Covid torna a diffondersi e a fare paura: ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla nuova variante Xec
La pandemia di Covid 19 ha scosso per anni il mondo intero anche e soprattutto a causa delle sue innumerevoli varianti. Oggi, nel 2024, il punto critico è stato ampiamente superato e la nostra vita è tornata pressoché uguale a quella del 2019, quando ancora nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo di lì a pochi mesi. Il virus, però, ancora non ci ha lasciati definitivamente, e una nuova variante torna a minacciare la salute mondiale. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
La variante Xec del Covid fa paura: ecco i dati sulla sua diffusione
Sembrano decisamente lontani i tempi del primo lockdown, del virus che si diffondeva senza sosta e di tutte le limitazioni che abbiamo vissuto sulla nostra pelle. In molti, ormai, neanche pensano più al virus, eppure una nuova variante di Covid, negli ultimi mesi, sta attirando su di sé le attenzioni degli esperti di tutto il mondo: si chiama Xec ed è una novità nel panorama del Covid 19. Nei prossimi mesi potrebbe alterare l’attuale scenario delle varianti Covid, che in diverse parti del mondo hanno alimentato intense ondate estive. Comparsa per la prima volta a Berlino a fine giugno, Xec è una variante ricombinante già individuata in tre continenti. Da quando è stata rilevata per la prima volta, si è diffusa rapidamente in Europa, Nord America e Asia, e continua a espandersi.
Secondo Mike Honey, esperto di dati di Melbourne (Australia), Xec potrebbe essere “una probabile futura sfidante delle varianti attualmente dominanti (KP.3.1.1 e sue discendenti)”. Diversi esperti nel monitoraggio delle varianti l’hanno già presa in considerazione. Raj Rajnarayanan, professore alla Nyitcom-Arkansas State University, sta monitorando la sua diffusione e pubblicando grafici su X che illustrano la sua progressione. In uno di questi, pubblicato il 18 agosto, erano già segnalate due sequenze di Xec in Italia, rilevate in Veneto e Trentino Alto Adige rispettivamente il 31 e il 18 luglio.
Ciò che sorprende, sottolinea Honey in un focus pubblicato su X, è il “vantaggio di crescita” che Xec sta dimostrando “a livello globale con un tasso stimato del 3,8% al giorno (27% settimanale)” rispetto alle varianti JN.1, che già presentano mutazioni che le rendono competitive (chiamate da Honey varianti DeFLuQE). Secondo l’esperto, questa nuova contendente sembra avere “il tasso di crescita più rapido di cui siamo a conoscenza”. Fino a pochi giorni fa, erano stati segnalati circa 111 campioni di questa variante, provenienti da 15 Paesi in 3 continenti. Negli ultimi giorni, anche Israele e Spagna hanno identificato i loro primi campioni.
Xec “è un ibrido” di due diverse varianti: “KS.1.1 (una variante FLiRT) e KP.3.3 (variante FLuQE)”, spiega Honey, secondo cui questa nuova versione del Sars-CoV-2 “potrebbe avere un vantaggio” grazie a una sua “mutazione insolita” (T22N), combinata con quelle già presenti nelle varianti più aggressive. La sua diffusione “è stata più marcata in Germania, presunta origine”, ma Xec sta attirando attenzione anche “nella vicina Danimarca e nei Paesi Bassi”.