In medicina si parla di infertilità quando si raggiungono i 12 mesi di rapporti sessuali non protetti senza l’arrivo di una gravidanza e può dipendere, in egual misura, sia dall’uomo che dalla donna.
Secondo un recente rapporto dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) circa una persona su sei al mondo soffre di problemi legati alla fertilità e di infertilità. Si tratta circa del 17,5% della popolazione adulta. Questo studio ha anche mostrato come la differenza tra i paesi ad alto reddito e quelli a basso reddito sia minima, a dimostrazione delle difficoltà che si hanno a diventare genitore oggigiorno, indipendentemente da dove si vive e dalle risorse che si hanno a propria disposizione. Questo problema ha fatto emergere una forte preoccupazione per quanto riguarda la necessità di aumentare l’accesso a cure di alta qualità e farle diventare a prezzi accessibili.
In Italia si registra il più basso tasso di fecondità e natalità in Europa e uno dei più bassi al mondo, con una media di 1,24 bambini per donna. Questi dati così bassi, però, non dipendono solamente dalla fertilità, che anzi, secondo Alessandro Rosina, professore di Demografia all’Università Cattolica di Milano, è molto alta nel nostro paese. Proprio secondo il professore e altri esperti la bassa natalità è dovuta al rinvio del progetto di avere figli che in Italia avviene per motivi terzi, che spesso dipendono dalle difficoltà economiche e non dal non volere figli.
Moltissime persone, sia in Italia che in tutto il mondo, si ritrovano ad affidarsi, all’età di 40/45, a medici ed esperti per chiedere consigli e cercare di capire perché non riescono ad avere figli. Il problema spesso è proprio legato all’ignoranza sull’argomento, difatti in molti rimangono stupiti quando vengono a sapere che andando avanti con l’età la possibilità di avere figli diminuisce. Il fattore tempo è determinante, quindi è assolutamente necessario fare campagne di informazione per prevenire la possibilità che alcune persone rimandino la decisione di avere figli senza sapere che questo potrebbe comportare dei problemi.
Per le donne, ad esempio, già verso i 35 anni la capacità riproduttiva inizia ad avere un calo, mentre negli uomini questo avviene intorno ai 40-45 anni ed è dovuto a un “invecchiamento” degli spermatozoi, quindi a una diminuzione della loro qualità e quantità, che può portare a difficoltà riproduttive.
Mentre per le donne andare dal ginecologo è molto comune ed è riconosciuta la sua importanza, per gli uomini il discorso è assolutamente diverso, infatti è bassissima la percentuale di uomini che vanno dall’andrologo o che comunque sanno quanto sia importante la prevenzione.
Secondo l’OMS per prevenire l’infertilità è necessario attuare una grande campagna di sensibilizzazione per “spiegare ai giovani cos’è il benessere produttivo, che significa anche prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e la necessità di adottare uno stile di vita sano”.
Una dieta sana, un consumo limitato di alcol, smettere di fumare, limitare lo stress e fare sport sono tutti consigli da mettere in atto per evitare di sviluppare problemi legati alla fertilità.
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