L’epoca dello smart working è anche l’epoca del mal di schiena e dei dolori articolari.
Colpa di una postura scorretta e che può comportare lo svilupparsi di alcune problematiche davvero fastidiose.
Chi lavora seduto a una scrivania commette spesso degli errori che devono essere invece assolutamente evitati.
Vediamo quali sono i più comuni e quali accorgimenti seguire per cercare di non ripeterli più.
Trascorrere diverse ore della propria giornata con una postura errata, sul lungo periodo, può provocare danni significativi al livello di schiena, muscoli e articolazioni.
Per questo, chi è solito svolgere un lavoro da scrivania è opportuno che presti attenzione ad alcune piccole regole da seguire, così da evitare quantomeno di commettere gli errori più comuni.
Innanzitutto, una delle cose più importanti è mantenere sempre l’asse della propria testa in coincidenza con il baricentro del corpo.
Spalle, petto e bacino devono, quindi, essere regolate sullo stesso piano, permettendo così di mantenere la testa dritta.
Uno degli errori più frequenti commessi da chi sta tante ore alla scrivania è quello di pendere la testa troppo avanti (o più raramente troppo indietro, ndr), sollecitando così in maniera errata i muscoli posteriori.
Lo sguardo non deve, quindi, mai essere teso verso l’alto o il basso, bensì deve sempre essere dritto.
Per chi lavora al pc, allora, sarà opportuno posizionare il dispositivo a circa 70 cm dal viso, mantenendo il bordo superiore dello schermo all’altezza degli occhi.
Ciò che andrebbe fatto, in maniera analoga, qualora si decidesse di lavorare al pc stando seduti su un divano e posizionandolo sulle proprie gambe.
Anche in questo caso, la testa sarà portata a tendersi in avanti, comportando uno sforzo per i muscoli posteriori del collo.
Un altro errore che va evitato assolutamente, così come quello di lavorare addirittura da sdraiati sul proprio divano o sul proprio letto. La posizione peggiore per collo e schiena!
Altro errore spesso commesso da chi sta in ufficio è, poi, quello di lavorare su un pc posto lateralmente (così posizionato per permettere a un cliente, per esempio, di vedere lo schermo).
In questo caso particolare, la testa sarà costretta a cambiare posizione in continuazione, comportando una frequente torsione di capo e collo, mentre il busto resta in posizione frontale.
Un movimento che danneggia sicuramente la schiena, obbligandola ad assumere una postura innaturale.
Per questo, sarebbe consigliato sedere su una sedia dotata di rotelle, così da poter ruotare l’intero corpo verso lo schermo e non soltanto collo e testa.
A danneggiare la schiena può essere anche il modo in cui ci si siede.
Un falso mito ritiene che sia meglio sedersi sull’osso sacro rispetto che sulle ossa ischiatiche, ma in realtà gli esperti affermano l’esatto contrario.
Mantenere la colonna in flessione dà l’impressione di sentirsi più comodi (seguendo la forza di gravità, i muscoli fanno meno sforzo, ndr), ma in verità questa postura costringe le strutture muscolari posteriori a dover sopportare una tensione anomala, anche a livello del collo.
Un errore molto comune soprattutto tra chi non è solito praticare dell’attività sportiva e che quindi fa più fatica a mantenere la colonna lombare in posizione eretta.
Ma qual è, quindi, la postura corretta da mantenere quando si lavora alla scrivania?
È quella che rispetta la “regola dei 90°”, ovvero quella che permette di mantenere le articolazioni del corpo a questa gradazione.
I piedi devono sempre poggiare a terra anche quando si è seduti (una sedia regolabile è sicuramente utile allo scopo, ndr) e le ginocchia devono essere piegate ad angolo retto.
La scrivania, poi, deve essere posta a un’altezza che permetta di appoggiare gli avambracci e di mantenere rilassate le spalle.
Anche in questo caso, i gomiti devono essere posizionati a 90°.
Solo così i muscoli della schiena e delle spalle potranno lavorare correttamente, scongiurando l’insorgere di dolori muscolari o articolari.
Importante, infine, resta fare delle pause attive, utili a spezzare le ore trascorse alla scrivania e a riattivare il proprio corpo.
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