Il processo di fermentazione è noto soprattutto per essere alla base di cibi come yogurt, pane, birra, vino e formaggi, ma oggigiorno sono tanti gli alimenti fermentati entrati ormai stabilmente nella dieta di molte persone.
Una moda che si è diffusa largamente negli ultimi anni, ma che affonda le sue radici in una tradizione davvero antica.
Da secoli si producono, infatti, cibi valorizzati dal processo della fermentazione, considerato salutare anche per l’organismo.
Quasi sono però quelli che fanno davvero bene all’uomo?
La fermentazione dei cibi
La fermentazione è un’antichissima tecnica per la conservazione degli alimenti, utilizzata ancora oggi nella produzione di diversi cibi.
Si tratta di un processo naturale, grazie al quale microrganismi come batteri e lieviti riescono a convertire i carboidrati in alcol o in acidi, portando poi quest’ultimi ad agire come dei veri e propri conservanti naturali.
Ciò conferisce un sapore e una consistenza particolare ai cibi che subiscono il processo di fermentazione, nei quali viene favorita anche la crescita di batteri benefici: i probiotici.
Essi sono molto utili per migliorare la funzione immunitaria nell’uomo, oltre che la salute dell’apparato digerente e del cuore.
Per questo, si ritiene che una giusta aggiunta di cibi fermentati alla propria dieta possa essere utile all’organismo umano (sebbene sia sempre opportuno non abusare di tali alimenti, una regola che vale spesso per tutti i cibi).
C’è fermentazione e fermentazione
Da sempre alla base di alcune delle cucine considerate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO (come quella mediterranea, messicana e giapponese), i cibi fermentati sono in grado di portare diversi benefici al corpo umano.
Quali? Possono favorire la digestione, aiutare a prevenire l’insorgenza di patologie infiammatorie, depurare l’organismo e aiutare l’uomo a stare in forma.
Per questo, sono diversi i cibi fermentati che finiscono spesso in tavola: latticini (yogurt e formaggio), verdure fermentate o in salamoia, pane a lievitazione naturale e così via.
Un insieme di alimenti molto diversi tra loro e che non devono essere considerati come interscambiabili.
Non tutti i cibi fermentati possiedono, infatti, le stesse proprietà nutritive e possono far bene all’organismo umano allo stesso modo.
È doveroso distinguere i cibi fermentati naturalmente e che possiedono i microbi utili all’organismo da quelli che vengono toccati dal processo di fermentazione soltanto per scopi di produzione e che non contengono quindi i microbi già citati.
C’è fermentazione e fermentazione, dunque.
Cibi fermentati, quali fanno bene all’uomo?
Uno dei cibi fermentati più famosi e che può giovare all’organismo umano è senza dubbio lo yogurt.
Esso ha comprovati effetti benefici sulla digestione ed è fonte di fermenti lattici, utili anche a rafforzare il sistema immunitario.
Altro alimento da tenere in considerazione è il kefir, una bevanda originaria del Caucaso e che si produce unendo al latte o all’acqua un mix di kefiran, batteri e lieviti.
Aiuta a regolarizzare il funzionamento dell’intestino e a contrastare il colesterolo cattivo.
Tra i cibi fermentati troviamo, poi, anche le verdure. Una di queste è rappresentata dai crauti, ottenuti dalla fermentazione del cavolo cappuccio.
Essi aiutano la flora intestinale e, grazie alla presenza della vitamina B tra le loro proprietà nutritive, possono contribuire alla ricostruzione della mucosa dell’intestino quando danneggiata.
Non va dimenticato, poi, il pane prodotto con lievito madre, utile all’apparato digerente, così come il miso, tipico condimento giapponese a base di soia e richissimo di lattobacilli benefici per l’intestino.
Tra i cibi fermentati utili all’organismo umano troviamo anche il tempeh (tipico alimento indonesiano a base di soia), il tè kombucha (un tè fermentato diffuso in Estremo Oriente) e le verdure fermentate come le olive e i cetrioli.
Sfiziose al palato, ma anche molto utili a livello digestivo.