Chiunque si senta stressato o abbia dei dolori articolari dovrebbe farsi una seduta intensa di massaggi, oltre che assumere medicinali e comportamenti che lo aiutino nella postura di tutti i giorni. Certe volte però non basta, perché tolto lo stress alcuni dolori permangono. Entra dunque in scena l’osteopatia, nata quasi un secolo e mezzo fa negli Stati Uniti d’America e definita “medicina manuale” per la sua affinità con la pratica della fisioterapia.
Un osteopata parte da una minuziosa valutazione del paziente e poi cura dolori articolari, muscolari e punti di tensione del corpo attraverso manovre e manipolazioni dolci e decise. Si usano entrambe le mani, facendo leva sul soggetto che dovrà collaborare con il medico assumendo facili posizioni durante tutto il trattamento.
Il concetto alla base dell’osteopatia, che dal 2018 è riconosciuta ufficialmente come professione sanitaria in Italia, è una visione globale del corpo: tutti gli organi sono collegati funzionalmente tra loro e ogni organismo ha in sé un potere naturale di autoguarigione, autoregolazione e autodifesa. Tutte le componenti strutturali di tale organismo, inoltre, comunicano tra loro per mantenere lo stato di salute. Una colite, per esempio, potrebbe finire col provocare dei compensi cervicali per la posizione che si assume resistendo al dolore.
La metodica dell’osteopatia è di tipo manuale e prevede circa 1.200 manovre tra tecniche dolci e manipolazioni. Si tratta quindi di una pratica che agisce sul corpo e non è invasiva, ripetibile senza effetti collaterali anche su bambini e anziani. L’osteopata ha molte cose in comune con la fisioterapia, per questo motivo capita spesso che uno specialista abbia entrati i titoli nel sui palmares.
Un percorso osteopatico ben impostato può ridurre il dolore di una parte del corpo in modo duraturo e può soprattutto individuare le cause per agire su di esse, specie nell’area cranio-sacrale. Punta dunque a risolvere le patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, in particolare della colonna vertebrale. Inoltre è indicato anche per problemi relativi all’apertura della bocca, che possono causare dei disturbi posturali di conseguenza.
Di norma la prima visita serve per conoscere i pazienti, un po’ come in tutte le branchie della Medicina. La sessione iniziale dall’osteopata può durare fra i 30 e i 40 minuti. Si compie prima una valutazione generica del paziente considerando i sintomi insieme al suo quadro clinico, alle condizioni generali di salute e alle abitudini di vita. Si eseguono inoltre una valutazione della postura e una palpazione dei tessuti per individuare le cause dei sintomi. Terminata la visita, se è chiaro come procedere si fissano le altre sedute: cinque o sei trattamenti a distanza di 7 o 10 giorni l’uno dall’altro.
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