Assieme alle uova, il latte è il principale possibile responsabile di un’allergia alimentare in età pediatrica e non solo, in Europa e in Italia. L’allergia al latte vaccino riguarda meno di 2 bambini su 100 e in buona parte dei casi tende a risolversi entro i 7 anni di età. Ecco nel dettaglio che cos’è l’allergia alle proteine del latte e perché è fondamentale una diagnosi precisa per non sottoporre i pazienti a restrizioni alimentari non necessarie.
Che cos’è allergia al latte
Le persone che soffrono di allergia al latte sviluppano anticorpi contro alcune sue proteine.
Nei casi più gravi anche l’ingestione di ridotte quantità di latte e derivati può essere sufficiente a scatenare una reazione allergica che può essere fatale. Il disturbo, in questi casi, prevede un’unica soluzione: l’eliminazione dalla dieta di latte e derivati. Ma non tutte le allergie al latte sono uguali. Alcuni soggetti, per esempio, tollerano le proteine del latte una volta cotte, per esempio in prodotti da forno come i biscotti. Per questo, siccome la scelta di eliminare completamente latte e derivati dalla propria dieta ha un impatto non trascurabile nel corso dell’età infantile, è importante che si arrivi a questo punto soltanto dopo aver completato un iter diagnostico articolato.
Aumento dei casi
Gli ultimi dati, come sottolineato in un articolo del Corriere della Sera, rilevano una crescita delle reazioni gravi e dei casi di shock anafilattico in Europa. “Anche in Italia i casi di shock anafilattico in persone allergiche al latte sono aumentati rispetto a una decina di anni fa: nei bimbi con meno di un anno si è registrato un incremento di sette volte rispetto al 2010, nei piccoli con più di quattro anni c’è stata una crescita di cinque volte. La buona notizia è che il 70% dei bambini tende a guarire fra i cinque e i sette anni; tuttavia al crescere dell’età aumentano anche le occasioni di contatto con le proteine del latte, per cui sale il pericolo di reazioni gravi“, ha riferito Antonella Muraro, responsabile del Centro di specializzazione per lo studio e la cura delle allergie e delle intolleranze alimentari della Regione Veneto.
L’iter diagnostico
L‘iter diagnostico dell’allergia al latte “prevede la raccolta accurata della storia clinica e i test allergologici classici e molecolari, come il prick e il RAST test, che valuta la presenza nel sangue delle immunoglobuline tipiche degli allergici“, ha precisato Muraro. “L’iter diagnostico prosegue poi con i test di provocazione, sotto controllo medico e in ambiente protetto, dando al bambino prodotti da forno e/o meno cotti e/o latticini a diversi dosaggi: in questo modo si può capire la soglia di reazione del paziente e anche valutare se possa essere candidato all’immunoterapia, che nel caso dell’allergia al latte è molto promettente“, ha aggiunto. Attraverso l’immunoterapia, seguendo protocolli molto rigorosi e sotto controllo medico, è possibile cercare di “abituare” il sistema immunitario a tollerare le proteine del latte dandone in quantità man mano crescenti. “Il fai da te è molto pericoloso e può esporre a shock anafilattico, vietato cimentarsi da soli“, ha concluso l’esperta.