Il 21 gennaio è stato designato ufficialmente come la giornata mondiale degli abbracci, istituita nel 1986 per contrastare la narrazione che vuole gennaio come uno dei mesi più tristi dell’anno. L’abbraccio è considerato universalmente un gesto di amore, vicinanza, con effetti benefici e positivi ampiamente riconosciuti. Tuttavia, come andremo a vedere, non per tutti un abbraccio è apprezzato, anzi, ci sono alcune persone che hanno sviluppato una vera e proprio sorta di fobia a questo genere di manifestazioni. Scopriamo allora che cos’è l’afefobia, quella che viene definita la paura degli abbracci.
Etimologicamente la parola viene dai termini greci toccare e paura, quindi l’afefobia si può considerare più generalmente la paura di essere toccati, la sensazione di venire violati nella propria intimità anche solo con un semplice abbraccio. Questa fobia ovviamente non è solo per un contatto con una persona estranea, ma anche verso parenti, amici partner, insomma con individui con il quale si ha un legame anche profondo.
Che cosa porta un soggetto a soffrire di afefobia? Ovviamente le motivazioni che si legano dietro a questa situazione possono essere moltissime, da un trauma mai superato a una mancanza d’affetto soprattutto nell’infanzia, o anche nei casi più complicati, dovuta a violenze subite e mai cicatrizzate. Queste problematiche si trascinano quindi esplodendo in una vera e propria repulsione per il contatto con le altre persone.
Chiaramente non è semplice comprendere se una persona che soffre di afefobia, i confini sono labili tra i casi in cui a prevalere è una sorta di timidezza, ma quando un soggetto sviluppa questo disturbo i sintomi sono molto riconoscibili. Si parla infatti di una vera e propria repulsione verso il contatto fisico, che può sfociare anche nel timore di essere colpiti da germi e batteri dell’interlocutore, che a tutti gli effetti è riconosciuto come una minaccia, per la propria salute e la propria sfera personale. Si comprende quindi come l’afefobia sia molto invalidante, e influisca in modo negativo nella vita delle persone. Un individuo che ne soffre potrebbe, a seconda del rischio che sente di stare correndo in quel momento, tremare, sudare, sentirsi soffocato. In alcuni casi addirittura si può arrivare anche a episodi di tachicardia, problemi respiratori e anche attacchi di panico. Ovviamente chi soffre di questo disturbo e vuole cercare di superarlo, può recarsi da un professionista del settore, e attraverso un percorso definito potrebbe anche limitare o eliminare del tutto l’afefobia.
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