Provare paura può diventare un’esperienza positiva, specialmente ad Halloween. Ma su che meccanismo si basa questa doppia faccia della paura?
La paura è una delle emozioni più potenti e primitive dell’essere umano, una risposta fisiologica che ci ha consentito di sopravvivere fino ad ora, premiata dall’evoluzione proprio perché necessaria alla nostra sopravvivenza.
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), la paura è una reazione emotiva a una minaccia reale o percepita e la sua funzione principale è attivare una serie di risposte fisiologiche e comportamentali che ci permettono di affrontare i pericoli o evitarli, meccanismo anche conosciuto come fight or flight, attacco o fuga.
Quando percepiamo un pericolo, il nostro corpo attiva una risposta complessa conosciuta come “fight or flight”, che si traduce in “combatti o fuggi”.
Questo meccanismo di difesa è attivato dal sistema nervoso simpatico e porta ad una serie di cambiamenti fisiologici nel corpo, anche quando lo stimolo viene percepito sotto soglia di consapevolezza, ad esempio anche solo un rumore in lontananza, un fruscio, un riflesso, possono farci andare in allarme pur non avendo materiale sufficiente per identificare la natura dello stimolo o l’eventuale rischio che comporta per noi.
Gli impulsi nervosi raggiungono rapidamente l’amigdala, una piccola struttura cerebrale fondamentale per la gestione delle emozioni e, in particolare, della paura.
Con l’attivazione dell’amigdala, il sistema nervoso centrale innesca una scarica di adrenalina e cortisolo, responsabile di alcune reazioni che si verificano durante la risposta di “fight or flight” tra cui:
Questi cambiamenti fisiologici aiutano a rendere il corpo pronto all’azione. Tuttavia, il “fight or flight” può anche diventare controproducente in situazioni in cui non è necessario: alcune persone, infatti, vivono un senso di pericolo cronico, sviluppando ansia o altre problematiche legate alla paura. Un po’ come se l’allarme fosse sempre inserito, senza possibilità di ristabilire l’omeostasi, ovvero uno stato di calma e di rilassamento.
In alcuni casi, la paura non solo non ci paralizza, ma diventa addirittura piacevole.
L’attrazione verso la paura in contesti sicuri, come in occasione della giornata di Halloween in cui ci si traveste, si festeggia o si guardano film horror, è spiegata dalla capacità del nostro cervello di distinguere tra una minaccia reale e una minaccia simulata: sappiamo razionalmente che siamo al sicuro, il che ci permette di provare l’adrenalina della paura senza il rischio effettivo di subire danni.
Questa esperienza di “paura controllata” attiva lo stesso sistema di risposta fisiologica di “fight or flight” visto poco sopra, ma è seguito da uno stato di euforia e di piacere che in situazioni di pericolo reale non avremmo.
Il cervello, oltre a rilasciare adrenalina, rilascia anche dopamina, un neurotrasmettitore legato alla gratificazione e al piacere, attivando il Sistema di Reward.
La paura in un contesto sicuro, quindi, può trasformarsi in una forma di divertimento e farci sentire appagati, spiegando il motivo per cui tante persone cercano esperienze spaventose ma in ambienti sicuri e controllati, proprio come accade ad Halloween.
Uno degli esempi più estremi di attrazione per la paura è il caso della McKamey Manor, una casa dell’orrore situata negli USA, considerata una delle esperienze horror più intense e controverse al mondo.
La McKamey Manor non è una semplice casa stregata, infatti i partecipanti sono sottoposti a situazioni estreme e psicologicamente devastanti, tanto che l’ingresso è riservato solo a chi ha più di 21 anni e firma una liberatoria di oltre 40 pagine.
I visitatori sono spesso costretti a vivere esperienze che evocano un senso di terrore estremo, in cui il confine tra reale e simulato diventa labile.
I partecipanti sono fisicamente toccati, immersi in situazioni claustrofobiche e talvolta spaventati oltre i limiti psicologici, tanto che molti terminano il percorso in anticipo, chiedendo di uscire.
Diversi psicologi e studiosi hanno criticato la McKamey Manor a causa della possibilità che queste esperienze possano causare danni psicologici permanenti, portando allo sviluppo di un vero e proprio Disturbo da Stress Post Traumatico.
Questo esempio dimostra che, sebbene la paura in un contesto sicuro possa risultare piacevole, situazioni eccessive o percepite come reali possono avere conseguenze negative a lungo termine, trasformando l’emozione di paura in un’esperienza traumatica.
La paura e il trauma non sono la stessa cosa. La paura è una risposta naturale e temporanea a una situazione pericolosa, mentre il trauma si sviluppa quando una persona vive un’esperienza che percepisce come estremamente minacciosa o devastante.
La American Psychological Association definisce il trauma come una reazione psicologica che si sviluppa quando una persona è sopraffatta e incapace di elaborare o fronteggiare un evento particolarmente angosciante.
Il trauma può portare a disturbi psicologici, come il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD), caratterizzato da ricordi intrusivi, insonnia, flashback, ansia cronica e difficoltà a condurre una vita normale.
A differenza della paura, il trauma ha effetti persistenti e richiede spesso supporto terapeutico per essere affrontato e superato attraverso la rielaborazione dell’evento.
In poche parole, la paura è una risposta emotiva a un pericolo immediato, mentre il trauma è una ferita psicologica che resta a lungo dopo l’evento.
Esporsi alla paura può essere una forma di divertimento ma solo entro certi limiti, affinché quell’episodio non si trasformi in un trauma per chi lo vive.
In particolare, per bambini e adolescenti, o persone particolarmente sensibili, il rischio è che esperienze di paura eccessiva possano influire negativamente sulla loro salute psicologica e sul loro stesso sviluppo se si tratta di bambini.
Decidere di esporsi a stimoli di forte impatto emotivo, come film horror molto violenti o esperienze spaventose estremamente realistiche, possono influire negativamente sulla capacità di elaborare la paura, creando delle fobie o dei precedenti potenzialmente nocivi per il proprio benessere.
In conclusione, possiamo dire che la paura sia senza dubbio una delle emozioni più fondamentali e necessarie per l’essere umano, utile per rispondere ai pericoli e per gestire le situazioni di minaccia.
In contesti controllati, può trasformarsi in un’esperienza divertente e piacevole. Tuttavia, è fondamentale riconoscere i propri limiti e non esagerare, per evitare che il divertimento si trasformi in trauma.
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