Alimentazione

Che cos’è la neofobia alimentare e come si manifesta

Mangiare solamente un determinato tipo di alimenti, o quelli di un colore specifico, o ancora cibi frullati o passati, evitando qualunque ulteriore elemento che sconvolga la propria dieta. L’ARFID (avoidant restrictive food intake disorder) è un disturbo che colpisce soprattutto giovani e adolescenti, mentre per i più piccoli si parla di neofobia, ovvero una vera e propria repulsione per alimenti al quale non siamo abituati.

Immagine | Pixabay @5686570

Che cosa sono ARFID e neofobia

L’ARFID è un disturbo che può manifestarsi ad ogni età, ma sono soprattutto i più giovani, bambini e adolescenti, ad esserne colpiti. Tra i 18-20 mesi di vita invece si può parlare di neofobia, ovvero quando il piccolo rifiuta alimenti che dalla sua prospettiva non sono visti come sicuri, in alcuni casi creando una vera e propria sensazione di disgusto. Questo può essere anche un fattore positivo, perchè sotto un aspetto di adattamento ed evoluzione, il bambino inizia a riconoscere cosa può fargli male. Tuttavia se questa situazione dovesse prolungarsi oltre al terzo anno di età, si può parlare di un vero e proprio disturbo.

Perchè si sviluppa la neofobia

Ma perchè si sviluppano questo tipo di problematiche? Una delle principali cause può essere legata ad un fenomeno negativo con il quale il bambino collega un determinato alimento. Episodi di diarrea o gastroenterite successivi a un pasto, porteranno il piccolo al rifiuto di mangiare nuovamente quello stesso cibo. Qui entra ovviamente in gioco il ruolo degli adulti, che dovranno essere in grado di valutare al meglio la situazione, per evitare che il bambino sviluppi pattern aimentari anomali che lo porteranno ad avere ulteriori problemi in futuro. Non è infatti facile distinguere coloro i quali abbiano sviluppato questa problematica da chi, semplicemente, sta facendo i capricci rifiutando un determinato alimento.
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Possibili rimedi alla neofobia

Ma cosa fare nel caso abbiamo compreso come il bambino non sia capriccioso, ma effettivamente abbia sviluppato questo disturbo? Con la crescita e la maturazione infatti il piccolo avrà bisogno di una dieta varia, che le limitazioni imposte non gli permetteranno. Una buona strategia può essere sicuramente quella di rendere il pasto un momento di divertimento e conversazione, dando in alcuni casi il buon esempio assaggiando e coinvolgendo il bambino nella scoperta di nuovi gusti e sapori. Se le problematiche tuttavia dovessero persistere, il consiglio è sempre quello di rivolgersi a un professionista del settore, iniziando un percorso di cure che permette al bambino di crescere ed eliminare questo problema.
Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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