In Italia, il tasso di insorgenza della celiachia è uno dei più alti al mondo, con circa un bambino su 60 colpito dalla condizione, ma la sottodiagnosi della malattia rappresenta ancora un problema notevole. Ad accendere i riflettori sul tema è un nuovo studio multicentrico, pubblicato sulla rivista specializzata Digestive and Liver Disease, condotto su 9mila studenti delle scuole elementari a Verona, Milano, Roma, Padova, Salerno, Ancona, Bari e Reggio Calabria, dagli scienziati della Società Italiana di Gastroenterologia ed Epatologia Pediatrica (Sigenp), e dell’Unità Operativa di Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica dell’Università di Messina. In particolare, per quanto riguarda la distribuzione geografica, dallo studio è emerso che l’Italia rappresenta uno dei Paesi più colpiti dalla celiachia, insieme a Svezia, Finlandia, India e Nord Africa. Giappone e Filippine, invece, sono le due realtà in cui il tasso di insorgenza della celiachia risulta più basso.
L’importanza della diagnosi precoce
I risultati della ricerca, condotta sotto la guida di Claudio Romano e Carlo Catassi, sono stati presentati presso la sede del ministero della Salute, a Roma. Come spiegato dagli esperti, la celiachia è la più frequente patologia autoimmune del bambino e se non diagnosticata precocemente, può portare a complicanze tardive anche gravi, come osteoporosi, infertilità o tumori.
“Malgrado il crescente interesse verso questa condizione nell’ambito medico e generale i casi di celiachia non diagnosticati restano troppo numerosi“, ha sottolineato Romano, presidente della Sigenp. Nel corso dello studio, i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue per valutare la presenza di anticorpi e la predisposizione genetica alla celiachia. I bimbi con positività genetica, circa il 42% della coorte iniziale, sono stati poi sottoposti a uno screening di secondo livello per accertamenti successivi. È così emerso, come detto, che sul territorio nazionale circa un bambino su 60 sviluppa la celiachia, e in molti casi la problematica non viene diagnosticata.
“Solo il 40% dei casi ottiene una diagnosi di celiachia su basi cliniche i medici prestano molta attenzione al minimo sospetto di celiachia, ma spesso i genitori non rilevano sintomi particolari e non ritengono necessaria la visita dal pediatra o dal medico specialista“, ha sottolineato Catassi. “Alla luce di questi risultati sarà necessario individuare strategie di intervento per tenere sotto controllo il fenomeno. Le indicazioni emerse dal nostro studio sottolineano la necessità di uno screening nazionale della celiachia, dato che la sotto-diagnosi rappresenta un problema ancora importante“, hanno concluso i ricercatori.
I sintomi
Tra i primi campanelli di allarme, gli studiosi segnalano la familiarità, la presenza di patologie autoimmuni, la diarrea, la stitichezza, l’anemia, i dolori addominali frequenti, la nausea o la stanchezza cronica. Quanto all’età di insorgenza, la celiachia si può manifestare a ogni età, anche se generalmente insorge durante lo svezzamento. Le bambine sembrano più soggette alla problematica rispetto a bambini con un rapporto di due casi a uno.