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Carie: che cosa sono, cause e trattamenti

Le carie è una patologia dentale contraddistinta, nella sua fase iniziale, dalla distruzione dello smalto che, se non viene curata per tempo, giunge a colpire gli strati più profondi del dente.

Al di là delle considerevoli sintomatologie dolorose, la carie non curata può provocare la perdita del dente, perciò è essenziale la prevenzione attraverso l’igiene di ogni giorno della boccaperiodiche visite dal dentista.

Dunque se si notano delle macchie nere sui denti e si percepisce del dolore, è importante effettuare una visita di controllo dal dentista, poiché questi sono i sintomi tipici della carie.

Come capire se si ha una carie? I sintomi e le cause

In alcuni casi, i segnali della carie possono essere poco evidenti e quindi difficili da individuare, per questo motivo è importante sottoporsi a costanti controlli, ogni sei mesi circa, per prevenire lo sviluppo e contrastare i sintomi.

Foto | Pixabay @Engin_Akyurt – Saluteweb.it

Nella sua fase iniziale,  la carie si manifesta tramite piccole macchie nere poco visibili, riconoscibili anche a un occhio poco attento e non c’è dolore.

Tuttavia, poiché si sviluppa principalmente nella parte posteriore dei denti, individuare questa patologia precocemente può risultare non semplice.

Per prevenire e intervenire tempestivamente sulla carie è quindi importante fare costanti controlli dal dentista anche quando non si avvertono particolari dolori o fastidi.

I sintomi della carie variano in base all’estensione e alla localizzazione della lesione: al primo grado di solito non danno sintomi e non si sente dolore.

A partire invece dal secondo stadio – intaccamento della dentina – si possono provare mal di denti, sensibilità dei denti, dolore lieve ma intenso mentre si mangia o si beve qualcosa di dolce, caldo o freddo e  infine presenza di fosi visibili a occhio nudo o di fessure tra i denti.

Per quanto riguarda le cause all’origine delle carie sono articolate e in parte conosciute, sicuramente sono importanti i fattori esterni come i fattori microbici, che facilitano il deposito della placca dentale (quando non vengono ostacolati da una regolare igiene orale); fattori alimentari (limitato apporto di fluoro) e eccessivo consumo di cibi e bevande zuccherate e tabagismo.

Ci sono inoltre diversi fattori endogeni, come quelli costituzionali – una resistenza strutturale di per sé già carente del dente – e la scarsa salivazione.

Il processo che permette lo sviluppo della carie parte dall’azione dei batteri prodotti dai residui di cibo: qui i batteri fermentano e creano acidi che assieme ai residui di cibo e alla saliva, generano la placca dentale.

Gli acidi della placca erodono progressivamente la parte più esterna del dente, lo smalto, facendo dei piccoli fori (dando origine alle carie di primo grado).

Questa è la fase in cui è più facile e meno invasivo il trattamento della malattia: se il processo erosivo non viene curato, l’infezione tenderà ad aggravarsi via via.

Tramite i piccoli fori creatisi i batteri e gli acidi possono arrivare allo strato successivo del dente, la dentina, più tenero e meno forte dello smalto, dando origine alle carie di secondo grado.

I batteri e gli acidi proseguono fino alla polpa, la parte del dente in cui sono presenti i nervi e i vasi sanguigni, creando le carie di terzo grado e infine l’infezione può giungere ancor più in profondità, fino a pregiudicare le strutture profonde del dente, arrivando all’osso, dando origine alle carie di quarto grado.

Qual è la prevenzione e qual è il trattamento per la guarigione

La prevenzione è indispensabile per prevenire le carie e occorre seguire alcune raccomandazioni, come spazzolare con cura i denti dopo ogni pasto, o almeno due volte al giorno, adoperando inoltre anche collutorio e filo interdentale

Foto | Pixabay @slavoljubovski – Saluteweb.it

Inoltre bisogna pensare alla possibilità di utilizzare dei sigillanti dentali: – in caso di elevata tendenza dei denti a cariarsi – sono delle pellicole protettive che vengono applicate sulla superficie masticatoria dei denti posteriori sigillando le scanalature e le fessure che tendono a intercettare residui di cibo.

Evitare sicuramente cibi che possono restare facilmente attaccati nei solchi dentali e tra dente e dente per lunghi periodi come caramelle, gomme da masticare o biscotti, ed evitare il consumo di alimenti e bevande zuccherati.

Le carie infine vengono trattate rimuovendo meccanicamente le parti necrotiche e otturando la cavità, in seguito alle medicazioni del caso, con specifici materiali.

Per citare alcuni trattamenti c’è quello al fluoro, utilizzato quando si tratta di carie iniziali che hanno appena iniziato a intaccare lo smalto, oppure l’otturazione, il metodo più conosciuto e comune per il trattamento delle carie quando non hanno ancora raggiunto la polpa dentaria.

L’otturazione si fonda dunque sulla cura della lesione e sul riempimento dell’area dentale degradata con materiali specifici.

Altri trattamenti sono le corone se il dente è piuttosto indebolito può essere adoperata una corona, ossia un rivestimento creato su misura che va a rimpiazzare tutta la corona naturale del dente (la parte più esterna); la devitalizzazione: se la carie arriva alla polpa il danno è in genere tanto grave da rendere necessaria la devitalizzazione del dente – la polpa dentale viene tolta e riempita con specifici materiali – e infine l’estrazione dentaria vera e propria quando i denti sono così rovinati che occorre toglierli.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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