La Fondazione GIMBE ha lanciato l’allarme sulla carenza dei medici di medicina generale nelle regioni d’Italia. Il nuovo report ha sottolineato le motivazioni di tale evidenze, che si possono riassumere in “mancata programmazione, pensionamenti anticipati, medici con numeri esorbitanti di assistiti e desertificazione nelle aree disagiate che finiscono per comportare l’impossibilità di trovare un MMG nelle vicinanze del domicilio, con conseguenti disagi e rischi per la salute”, afferma Nino Cartabellotta, medico e presidente di Gimbe.
Nella pubblicazione viene analizzata la situazione attuale in Italia che vede coinvolti medici di famiglia spesso costretti ad aumentare il numero massimo degli assistiti per arginare il problema . “È bene precisare – spiega Cartabellotta – che le nostre analisi incontrano tre ostacoli principali. Innanzitutto, i 21 differenti Accordi Integrativi Regionali introducono una grande variabilità del massimale di assistiti per MMG; in secondo luogo, su carenze e fabbisogni è possibile effettuare solo una stima media regionale, perché la reale necessità di MMG viene determinata da ciascuna ASL sugli ambiti territoriali di competenza; infine, la distribuzione non uniforme degli assistiti in carico ai MMG può sovra- o sotto-stimare il loro reale fabbisogno in relazione alla situazione locale”.
Il superamento del massimale riguarda più di un MMG su due, su più regioni d’Italia, e questo provoca “un’ovvia riduzione della qualità dell’assistenza“, ha dichiarato il presidente di Gimbe.
La forte carenza dei medici di medicina generale (MMG) che tenderà, secondo gli esperti, ad aumentare sempre di più nel corso degli anni, ha fatto innalzare il massimale di assistiti fissato a 1.500 pazienti, per alcuni dottori. “Per ciascun MMG il carico potenziale di assistiti rispetto a quello reale restituisce un quadro molto eterogeneo, dove accanto a troppi MMG ‘ultra-massimalisti’ ci sono colleghi con un numero molto basso di assistiti”, commenta Cartabellotta. “Tuttavia i nuovi MMG – spiega Cartabellotta – non saranno sufficienti per colmare il ricambio generazionale. In particolare, l’ENPAM stima che il numero dei giovani formati o avviati alla formazione in medicina generale occuperebbe solo il 50% dei posti di MMG lasciati scoperti dai pensionamenti”.
Secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), in Italia mancano 2.900 medici di famiglia e entro il 2025 il numero arriverà a 3.400, considerando i pensionamenti e altri fattori determinanti. Mille posti vacanti sono solo in Lombardia, 482 in Veneto, 349 in Campania e 320 in Emilia-Romagna.
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