Cambio dell’ora, gli effetti su sonno e attenzione

Ogni anno, il passaggio dall’ora solare a quella legale permette di allungare le ore di sole a disposizione, garantendo a chiunque di godere di un maggiore tempo di luce durante l’arco della giornata in cui solitamente si effettua la maggior parte delle attività quotidiane.

Una pratica ormai consolidata, sebbene tante siano ormai da tempo le discussioni circa un suo possibile abbandono, e che ciclicamente costringe le persone a spostare di un’ora avanti le lancette, con tutto ciò che ne consegue.

La cosa a cui si presta, solitamente, maggior attenzione è il fatto che si dormirà un’ora in meno.

È ciò che si è verificato anche nella notte tra sabato e domenica del weekend appena trascorso, quando tutti gli orologi sono stati portati avanti di un’ora.

Un cambio da metabolizzare

Come anticipato, il cambio dell’ora viene praticato per permettere di godere di un’ora in più di luce in estate nelle ore della giornata in cui solitamente si lavora o si svolgono attività all’aria aperta, ma questa pratica può comportare anche qualche effetto indesiderato sulla salute.

Spostare avanti di un’ora le lancette finisce con il toccare direttamente anche il jet-lag sociale delle persone, come spiegato dal dottore della Clinica neurologica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e professore all’Università di Genova, Dario Arnaldi:

“Quando l’orologio biologico non è sincronizzato con quello sociale si verifica il fenomeno del jet-lag sociale. Ciò può avere un impatto sulla qualità della vita, soprattutto nei soggetti generalmente indicati come “gufi”, ovvero in coloro che tendono ad andare a dormire tardi e a svegliarsi tardi. Con il cambio dell’ora, questi soggetti sono costretti a svegliarsi prima rispetto al loro orologio biologico interno e, per loro, anticipare di un’ulteriore ora il risveglio può risultare faticoso e necessitare anche di diversi giorni di adattamento”.

Un piccolo jet-lag che può, dunque, comportare il manifestarsi di diversi sintomi nelle persone interessate.

Uomo che sta dormendo a letto
Foto | Pexels @AndreaPiacquadio

I sintomi più frequenti

Abbiamo appurato che, ogni volta che si passa dall’ora solare a quella legale, il corpo umano può risentire delle conseguenze provocate dal portare avanti le lancette dell’orologio.

Quali sono, allora, i sintomi più frequenti?

Solitamente, nei primi giorni successivi al cambio dell’ora, molte persone manifestano sintomi quali stanchezza, insonnia, irritabilità, mal di testa o sbalzi d’umore.

Tutto ciò deriva da un peggioramento del sonno e ulteriori ripercussioni si possono, poi, avvertire anche a livello di concentrazione.

Una persona più assonnata e che ha mal riposato può, infatti, spesso presentare anche cali di attenzione e concentrazione.

L’organismo umano necessità di mantenere sempre una certa uniformità nei ritmi circadiani, i quali seguono l’alternarsi di luce e buio, e lo spostamento in avanti anche solo di un’ora può creare scompensi evidenti.

Come quelli che potrebbero verificarsi a livello ormonale, per esempio, finendo con l’intaccare direttamente la qualità del sonno.

Nei casi più gravi, alcuni effetti potrebbero essere riscontati anche a livello del cervello, come sottolineato sempre dal professor Dario Arnaldi:

“Alcuni studi hanno evidenziato come il modificare l’orario sociale possa aumentare anche il rischio di eventi neurologici, come l’ictus, oltre che aumentare il rischio di incidenti automobilistici nelle settimane seguenti il cambio d’ora. Questo può accadere per una transitoria, seppur non indifferente, alterazione delle funzioni psicomotorie, della vigilanza e dei livelli di attenzione. Per tale motivo, diverse società scientifiche suggeriscono di utilizzare un orario unico per tutto l’anno”.

Alcune ripercussioni si potrebbero, poi, verificare anche a livello del cuore, con un aumento degli infarti, della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.

Donna che fa fatica a concentrarsi mentre usa il pc
Foto | Pexels @AnnaTarazevich

Il ritorno alla normalità

Gli effetti sopra elencati potrebbero manifestarsi nei primi giorni successivi al cambio dell’ora e durare anche per una settimana o poco più.

Per questo, è sempre opportuno preventivare un periodo di adattamento al cambio dell’ora, organizzando di conseguenza le proprie giornate.

Ciò aiuterebbe a ridurre il livello di stress e a metabolizzare meglio il processo in atto.

Come farlo?

Un consiglio resta quello di anticipare l’orario in cui si va a dormire il giorno prima del cambio dell’ora, rendendo meno traumatico per il proprio organismo questo salto in avanti nel tempo.

Potrebbe risultare utile anche tenersi leggeri a cena e fare un bagno caldo, il quale aiuta sicuramente a rilassare corpo e mente, favorendo il sonno.

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