Nei casi come quello del calciatore della Fiorentina il primo soccorso può risultare fondamentale: ecco come agire in sicurezza
Nella serata di ieri, nel corso della partita tra Fiorentina e Inter, il calciatore della Viola Edoardo Bove ha accusato un malore improvviso che ha scosso l’intero mondo del calcio. Il 22enne ex Roma è stato da subito soccorso da compagni, staff medico delle due squadre e dai medici presenti sul campo, per poi essere trasportato all’ospedale di Careggi dove si trova sotto osservazione costante. Su cosa sia successo davvero non ci sono ancora risposte sicure, ma ciò che è certo è che il primo soccorso prestatogli sul campo potrebbe avergli salvato la vita. Vediamo, allora, quali sono le azioni salvavita da mettere in pratica in questi casi.
A chiunque può succedere di trovarsi di fronte a un malessere improvviso o a una situazione inaspettata, talvolta grave, in cui una persona accusa un malore. Nel caso in cui fossimo noi a sentirci male, e fossimo ancora coscienti, la priorità è mantenere la calma il più possibile, cercare una posizione comoda e richiedere aiuto, facendoci sostenere da chi è presente anche nel contattare tempestivamente i servizi di emergenza. Quando invece siamo chiamati ad aiutare qualcun altro, è essenziale adottare comportamenti corretti ed evitare errori che potrebbero influire in modo significativo sulla vita della persona colpita. Ma cosa vuol dire “primo soccorso”?
Il primo soccorso, diversamente dal pronto soccorso, può essere effettuato da chiunque si trovi ad affrontare un’emergenza. È fondamentale, tuttavia, possedere alcune conoscenze di base per evitare azioni rischiose o dannose; non a caso, coloro che si occupano di primo soccorso in contesti lavorativi o in altri ambienti sono solitamente persone appositamente istruite (i corsi di formazione, comunque, sono accessibili a tutti). Come detto, però, può capitare a chiunque di trovarsi di fronte a una situazione critica che richiede un intervento immediato per salvaguardare la vita di chi accusa un malore. Non agire in tali circostanze, infatti, potrebbe configurarsi come omissione di soccorso.
Il primo soccorso si riferisce a tutte quelle azioni che possono essere messe in atto da personale non sanitario nell’attesa dell’arrivo dei servizi di emergenza, una serie di semplici misure che, in alcuni casi, possono fare la differenza nel salvare una vita. Ma quali sono i passaggi fondamentali da seguire?
Quando una persona viene colta da un malore, è essenziale valutare rapidamente l’ambiente circostante. Ovviamente, non è la stessa situazione che si presenta in caso di un incidente stradale o di un incendio, dove diversi fattori possono mettere a rischio anche chi presta aiuto (ad esempio, il rischio di esplosione del serbatoio o l’inalazione di monossido di carbonio). Tuttavia, un malore può verificarsi anche in presenza di sostanze tossiche, per citare un caso specifico. Se una persona si accascia davanti a noi, potrebbe trattarsi di una “semplice” sincope (svenimento), spesso causata da numerosi fattori, ma non si può escludere un ictus o un infarto del miocardio. In generale, durante un malore, l’ambiente ha un ruolo meno rilevante, mentre l’attenzione deve concentrarsi sui sintomi della persona, come dolori intensi, difficoltà respiratorie, problemi nel movimento o nell’articolare le parole.
La prima cosa da fare, naturalmente, è quella di chiamare i soccorsi e fornire un quadro dettagliato della situazione. Come abbiamo detto in precedenza, infatti, non bisogna in alcun modo “sostituire” il personale qualificato pensando di poter salvare una vita in autonomia.
In attesa dell’arrivo dei soccorsi, si può iniziare a prestare il primo soccorso vero e proprio. Di solito, l’operatore rimane in linea con chi effettua la chiamata per fornire istruzioni dettagliate e guidare al meglio l’assistenza alla persona colpita da malore. Un primo passo cruciale è verificare la respirazione e, se necessario, liberare le vie aeree.
Quando Bove ha avuto un malore, il suo compagno di squadra Danilo Cataldi, rendendosi conto che il giovane non riusciva a respirare, gli ha aperto la bocca per spostare la lingua e liberare le vie aeree. In una persona incosciente, infatti, la lingua può bloccare le vie respiratorie cadendo all’indietro a causa del rilassamento muscolare. Tuttavia, è corretto eseguire questa manovra?
Sebbene le intenzioni di Cataldi fossero certamente encomiabili, bisogna sottolineare che questo intervento può rivelarsi non solo inefficace, ma anche molto pericoloso. Una persona in stato di malore spesso presenta una contrazione involontaria dei muscoli mascellari, il che lo porta a serrare i denti. Tentare di inserire una mano nella bocca può quindi comportare un serio rischio di lesioni, anche gravi, alla mano stessa.
Qual è, quindi, il modo giusto di intervenire in questi casi? Se la lingua della persona colpita da malore ostruisce le sue vie respiratorie, è necessario iperestendere il capo, appoggiando una mano sulla fronte e sollevando la testa con due dita dell’altra mano. In questo modo si impedisce alla lingua di riversarsi all’indietro permettendo la normale respirazione.
Se la persona è cosciente, è importante rassicurarla e aiutarla a mantenere la calma offrendo supporto emotivo, evitando commenti sulle sue condizioni fisiche (questo vale anche se sembra priva di coscienza). Potrebbe infatti essere molto spaventata e trovarsi in uno stato di ansia profonda. Porre domande o interagire verbalmente è utile per mantenerla vigile e attenta.
È anche necessario chiedere se soffre di qualche patologia o se assume farmaci. Durante il primo soccorso non si devono somministrare acqua, cibo o medicinali, ma eventuali indicazioni in merito potrebbero arrivare dalla centrale operativa o dalla persona stessa, se è in grado di comunicare e ha bisogno di assumere farmaci specifici.
Non bisogna mai lasciare sola la persona colpita dal malore fino all’arrivo dei soccorritori. Inoltre, la presenza di troppi curiosi intorno può peggiorare la situazione, aumentando lo stress per la vittima e creando ostacoli per i soccorsi. Proprio per questo motivo, la Croce Verde raccomanda di “allontanare eventuali persone presenti, in modo che non disturbino l’infortunato o intralcino l’intervento dei soccorritori”.
Infine, chi ha ricevuto una formazione certificata di primo soccorso può intervenire con tecniche come la rianimazione cardiopolmonare, la respirazione bocca a bocca, l’uso del defibrillatore e altre misure specifiche. Queste manovre, tuttavia, non devono essere improvvisate da chi non è adeguatamente preparato.
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