Il bisfenolo A fa male alla salute. È arrivata la nuova valutazione dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare sul bisfenolo, una sostanza chimica che può migrare dagli imballaggi agli alimenti con effetti potenzialmente dannosi.
Secondo gli esperti, mangiare alimenti che contengono questa sostanza chimica ha effetti negativi sul sistema immunitario in tutte le fasce di età.
Ma dove si trova questa sostanza? Si trova nei rivestimenti interni di lattine e scatole per conservare i cibi – per evitare anche che assumano un sapore metallico – ma anche in molti altri oggetti di uso quotidiano, dalle bottiglie ai contenitori per cosmetici, fino agli scontrini.
È dalla fine degli anni ’90 che il bisfenolo A è sospettato di avere effetti avversi sulla salute. Dal 2017 è stato classificato in Ue come candidato alla sostituzione. Dal settembre 2018 è vietato in bottiglie di plastica e imballaggi contenenti alimenti per neonati e bambini di età inferiore a tre anni.
Bisfenolo A, che cos’è e dove si trova
Il Bisfenolo A – detto anche BPA – è una sostanza chimica utilizzata in combinazione con altre sostanze chimiche per la produzione di alcune plastiche e resine: ad esempio nella plastica policarbonata – un tipo di plastica trasparente e rigida utilizzata per per produrre distributori d’acqua, contenitori per alimenti e bottiglie per bevande riutilizzabili.
Si usa anche per produrre resine protettive che si trovano nei rivestimenti interni di scatolame e lattine per alimenti e bevande, ma si trova anche nei contenitori per cosmetici, nei coperchi metallici per vasetti e bottiglie di vetro.
In questo caso l’esposizione avviene attraverso un’ingestione dei cibi o delle bevande che sono inevitabilmente a contatto con quel contenitore.
Il cibo viene contaminato? Non proprio, ma è buona norma, quando si apre una lattina, travasare gli alimenti o bevande in un piatto o un bicchiere di vetro.
Ad esempio non bisogna consumare il tonno direttamente dentro la scatoletta che lo contiene, questo perché le sostanze chimiche come il BPA utilizzate nei contenitori per alimenti possono trasferirsi in piccolissime quantità negli alimenti che contengono.
Come avviene l’esposizione al bisfenolo
L’esposizione al bisfenolo A avviene anche attraverso l’assorbimento della pelle quando si viene a contatto con un oggetto che contiene questa particolare sostanza chimica.
Il policarbonato, che contiene bisfenolo, è un materiale molto forte e resistente che può essere stampato ad alte temperature, perciò è così versatile e usato, infatti il suo impiego è diffusissimo, ecco perché anche se si esce dal contesto alimentare troviamo il bisfenolo in oggetti di uso comune.
Questo è il motivo che ha fatto scatenare una netta divergenza tra le agenzie europee a ritenerlo tossico: l’Agenzia Europea del Farmaco – EMA – non è d’accordo sulla dose giornaliera tollerabile, rivista e diminuita di molto da Efsa in questa ultima valutazione.
Le metodologie per la misurazione dell’esposizione al BPA utilizzate dalle agenzie europee sono diverse e quindi risulta poi anche l’interpretazione e la quantificazione del rischio per l’uomo.
Il bisfenolo può dare disturbi autoimmuni e danni al sistema riproduttivo e metabolico
Claude Lambré, presidente del gruppo di esperti scientifici dell’Efsa sui materiali a contatto con il cibo, gli enzimi e i coadiuvanti tecnologici, ha dichiarato: “I nostri scienziati hanno esaminato la sicurezza del BPA in modo molto approfondito nel corso degli anni, a partire dalla nostra prima valutazione completa del rischio della sostanza nel 2006. Per questa nuova valutazione abbiamo esaminato una grande quantità di pubblicazioni scientifiche, tra cui oltre 800 nuovi studi pubblicati dal gennaio 2013. Questo ci ha permesso di affrontare importanti incertezze sulla tossicità del BPA”
“Negli studi abbiamo osservato un aumento della percentuale di un tipo di globuli bianchi chiamati T helper nella milza. Essi svolgono un ruolo chiave nei nostri meccanismi immunitari cellulari e un aumento di questo tipo potrebbe portare allo sviluppo di infiammazioni polmonari allergiche e di disturbi autoimmuni” ha concluso Lambré.
Il gruppo di esperti scientifici ha scoperto di altri effetti potenzialmente dannosi per la salute del sistema riproduttivo, dello sviluppo e metabolico, identificati nella valutazione del rischio.
Henk Van Loveren, presidente del gruppo di lavoro dell’Efsa per la rivalutazione del BPA, ha dichiarato: “Per valutare il gran numero di studi pubblicati dal 2013 abbiamo applicato un approccio sistematico e trasparente, sviluppando in anticipo un protocollo per selezionare e valutare tutte le prove, con il contributo delle parti interessate e delle autorità competenti degli Stati membri. I nostri risultati sono il frutto di un intenso processo di valutazione durato diversi anni e che abbiamo portato a termine utilizzando i contributi raccolti con una consultazione pubblica di due mesi lanciata nel dicembre 2021″
Rispetto alla valutazione precedente del 2015, l’Efsa ha abbassato di 20mila volte la dose giornaliera tollerabile di BPA, cioè la quantità che può essere ingerita quotidianamente nell’arco della vita senza presentare un rischio per la salute.
Ora la dose giornaliera tollerabile corrisponde a 0,2 nanogrammi (0,2 miliardesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno, sostituendo il precedente livello temporaneo di 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno.