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Benessere lavorativo, come migliorare il proprio luogo di lavoro

Ci sono ormai pochi dubbi sul fatto che lavorare in un ambiente sereno e stimolante abbia un impatto positivo sulla produttività di ciascun dipendente. Più un’organizzazione riesce a promuovere il benessere fisico, psicologico e sociale del personale, più è probabile che i componenti di quest’ultimo siano motivati e concentrati sugli obiettivi da raggiungere, con un impatto positivo sulla crescita dell’azienda. Per raggiungere questa situazione ideale bisogna coltivare il senso di appartenenza all’organizzazione, anche tramite dei valori condivisi, garantire un buon equilibrio tra il lavoro e la vita privata e rendere possibili delle relazioni interpersonali positive con i colleghi.

Foto | Pixabay @Ronald Carreño

Chi lavora in un’azienda nella quale non viene data la giusta importanza al benessere lavorativo potrebbe sentirsi poco utile e provare il desiderio di cambiare lavoro. In un simile ambiente, inoltre, potrebbero verificarsi episodi di mobbing e crearsi fraintendimenti sulle responsabilità di ciascuno.

Cosa può fare l’azienda per migliorare il benessere lavorativo?

Le migliori condizioni di lavoro possibili si possono raggiungere solo quando l’azienda si dimostra disposta ad ascoltare i dipendenti e a intervenire attivamente per apportare i cambiamenti necessari. In generale è quantomeno necessario rendere l’ambiente lavorativo confortevole; garantire il trattamento equo del personale per quanto riguarda la retribuzione e l’assegnazione delle responsabilità; impegnarsi per prevenire i fattori di stress; valorizzare le competenze dei dipendenti; tenere le porte aperte agli stimoli esterni e all’innovazione; rendere chiari gli obiettivi da raggiungere e fornire tutte le informazioni necessarie per raggiungerli. L’azienda, inoltre, dovrebbe gestire con efficacia gli eventuali conflitti, promuovendo la cooperazione, e prestare attenzione alla prevenzione degli infortuni.

Anche intervenire sul team building può essere una buona strategia, soprattutto perché rappresenta un buon modo per rafforzare il legame tra i dipendenti e farli sentire parte di una squadra. Altre strade da non escludere solo il coaching aziendale, il corsi sulla gestione del tempo e dello stress e la condivisione dei risultati raggiunti con il personale, utile per generare autostima e autoefficacia.

Foto | Pixabay @mohamed_hassan

Anche i dipendenti possono fare qualcosa?

Anche quando l’azienda fa tutto il possibile per garantire il benessere lavorativo, parte della responsabilità ricade anche sul personale. I dipendenti devono capire come ridurre le fonti di stress per evitare il burnout; gestire con efficacia il dispendio di risorse personali, tempo ed energie; cercare nuove soluzioni per affrontare una situazione. Quando lo stress diventa ingestibile o insorgono altri problemi, il lavoratore non deve avere paura di chiedere aiuto per capire assieme all’azienda come affrontare la situazione. Ci sono vari percorsi che si possono intraprendere per capire come bilanciare il lavoro con la vita privata o salvaguardare in qualche altro modo il benessere psicofisico, ma prima di intraprenderne uno è necessario fermarsi e riconoscere di la presenza di un problema da risolvere.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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