Gli occhi sono la nostra finestra sulla vita, l’organo che ci consente di osservare tutto quello che accade ogni giorno.
Da ciò che abbiamo davanti a ciò che si trova lontano da noi, non sempre però allo stesso modo.
Molte sono, infatti, le persone che soffrono di qualche disturbo visivo e nelle quali la vista non è efficiente tanto quanto nei soggetti in cui questo senso è pressoché perfetto.
Due dei disturbi più comuni sono quelli rappresentati dall’astigmatismo e dall’ipermetropia.
Vediamo di cosa si tratta e quali sono le principali differenze in chi è affetto da tali condizioni.
L’astigmatismo
L’astigmatismo è un difetto dell’occhio tra i più diffusi al Mondo e dipende direttamente dalla forma della cornea.
In chi soffre di tale disturbo, la curvatura della cornea non si presenta regolare sui diversi meridiani, tanto che quest’ultima assume una forma quasi ovalizzata e non tonda, come apparirebbe invece normalmente.
La cornea di un occhio colpito da astigmatismo assume quindi una forma più simile a un pallone da rugby che da calcio e, per via di questa configurazione, i raggi di luce non riescono a essere messi a fuoco tutti nello stesso punto.
Ciò si verifica in quanto l’occhio di un astigmatico non possiede lo stesso potere di messa a fuoco in tutti i meridiani della cornea. Una condizione che nei casi più lievi provoca una minore nitidezza delle immagini, mentre in quelli più gravi può portare a distorcere completamente la forma dei vari oggetti (es: un cerchio viene percepito come un ovale).
Uno stato di astigmatismo comporta quindi un peggioramento della vista sia da lontano che da vicino e può presentarsi sin dalla nascita, in associazione anche ad altri disturbi come l’ipermetropia, la miopia o la presbiopia (a differenza di quest’ultima, l’astigmatismo non ha un rapporto diretto con l’età anagrafica di chi ne soffre, ndr).
Come anticipato, a causare l’astigmatismo non è l’avanzare dell’età, bensì un’alterazione della curvatura della cornea, la quale assume una forma ellissoidale al posto della più comune forma sferica, propria di un occhio sano.
Una conformazione che porta così l’occhio a ricevere i raggi di luce riflessi dai vari oggetti in maniera diversa in base ai punti della retina in cui vengono proiettati.
Il risultato? Chi soffre di astigmatismo vede oggetti sfocati o sdoppiati, sia da una distanza ravvicinata che in lontananza.
Osservando un oggetto, alcune parti vengono infatti messe a fuoco, mentre altre no e ciò provoca una distorsione generale.
Un esempio? Osservando la lettera F su una tavola optometrica, un soggetto affetto da astigmatismo potrebbe vedere perfettamente a fuoco le due linee orizzontali e fuori fuoco quella verticale. O il contrario.
A cercare di limitare i danni e aiutare la vista, in questi casi, può essere il cristallino, il quale può svolgere un’azione di compensazione, provando a mettere a fuoco prima le linee verticali e poi quelle orizzontali e lasciando successivamente al nostro cervello il gravoso compito di elaborare le immagini.
Lo sforzo visivo che deriva da questa azione di compensazione può, però, comportare l’emersione di altri disturbi e danni correlati, come la cefalea, un senso di bruciore e affaticamento, lacrimazione e uno stato di dolore a livello dei bulbi oculari e dell’arcata ciliare.
Tutti aspetti che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme.
Capire di essere affetti da astigmatismo non è, infatti, così semplice e immediato. Spesso molte persone se ne accorgono soltanto dopo essersi sottoposte a una visita oculistica approfondita.
Per questo, è molto importante svolgere periodicamente dei controlli medici, fin dalla tenera età e in particolar modo nei casi in cui uno dei disturbi sopra citati dovesse presentarsi con frequenza.
Presso un oculista sarà possibile così svolgere gli esami necessari per capire se si soffre di una condizione di astigmatismo e, nel caso, a che livello.
Solo così si potrà poi scegliere il trattamento più adatto da seguire.
È, infatti, giusto ricordare che l’astigmatismo può essere curato. Come? Attraverso l’utilizzo di lenti correttive (occhiali o lenti a contatto) o sottoponendosi a un intervento chirurgico.
L’ipermetropia
L’ipermetropia consiste in un difetto di refrazione che porta a percepire come sfocata la vista degli oggetti vicini, rispetto a quelli più lontani.
In casi di ipermetropia lieve, può capitare che ci ne soffre riesca a mettere perfettamente a fuoco gli oggetti più distanti, mentre in casi di ipermetropia elevata anche la visione di quest’ultimi appare meno nitida del solito.
Ciò si verifica in quanto la luce proveniente dagli oggetti posti a varie distanze non viene messa a fuoco direttamente sulla retina, bensì su un piano che si trova dietro di essa.
Così come per l’astigmatismo, si tratta di un disturbo molto comune negli esseri umani, anche se l’ipermetropia si sviluppa e manifesta in particolar modo con l’avanzare dell’età anagrafica (un po’ come accade per la presbiopia, ndr).
L’età ha, infatti, una certa incidenza su questo disturbo.
Nelle persone più giovani, l’occhio affetto da ipermetropia riesce a compensare questo difetto attraverso il naturale meccanismo dell’accomodazione, ovvero il potere di mettere a fuoco proprio del cristallino, il quale riesce a modificare la sua forma all’interno dell’occhio.
Superati i 40 anni d’età, questa capacità inizia però a diminuire sempre di più, comportando la necessità di ricorrere all’utilizzo di lenti correttive.
Se non curata, infatti, l’ipermetropia porterà chi ne è affetto a provare una sensazione di peggioramento visivo progressivo con il passare del tempo, sebbene a modificarsi in realtà non sia il difetto stesso, ma la capacità di compensarlo.
L’ipermetropia può essere congenita e le sue tre cause principali sono la presenza di un occhio troppo corto, una curvatura corneale insufficiente o un cristallino non formatosi regolarmente.
Per quanto riguarda i sintomi, essi si iniziano a verificare e percepire invece con il passare del tempo.
Solitamente, in giovane età l’ipermetropia è asintomatica, mentre i diversi disturbi iniziano a farsi sempre più pressanti con l’invecchiamento.
Discorso diverso per le ipermetropie gravi, le quali comportano una sintomatologia più evidente tanto negli adulti quanto nei bambini. Il motivo? L’accomodazione, sopra descritta, viene meno in maniera più netta fin da subito.
Il cristallino è sottoposto a uno stato di stress continuo dal muscolo ciliare e come conseguenza si può verificare una condizione di bruciore, di lacrimazione più o meno intensa, di dolore generale agli occhi, mal di testa (soprattutto dopo la lettura, la scrittura o sessioni al pc) e ipersensibilità alla luce.
Va detto anche che l’ipermetropia può presentarsi insieme ad altri difetti quali astigmatismo e presbiopia. Per questo è sempre bene sottoporsi a controlli oculistici regolari.
Questo disturbo può essere poi corretto con l’utilizzo di occhiali o lenti a contatto delle giuste diottrie, ma anche attraverso un intervento chirurgico.