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Argentina, dilaga il dengue: dichiarato lo stato di emergenza sanitaria. Cos’è e come si trasmette

Per la prima volta il virus si è diffuso anche nella stagione invernale. Colpa del cambiamento climatico, che ha prodotto l’ambiente ideale per la proliferazione della zanzara vettore, con temperature sopra la media e piogge eccezionali. Dall’inizio dell’anno sono 134mila i casi registrati nel Paese, 68 i morti. L’Oms: “Elevato rischio globale”. Nel mondo 5,2 milioni di contagi e più di 5mila morti. In Italia si contano 347 casi nel 2023

 

Il dengue dilaga in Argentina e così il ministero della Salute ha decretato lo stato di emergenza nazionale “per rinforzare le misure di protezione” e arginare la diffusione del virus. Una misura scattata dopo l’aumento dei casi registrato nell’ultimo mese, in media circa 600 a settimana, il doppio rispetto a un mese fa. Nel 2023 i contagi nel Paese sono stati quasi 134mila con 68 morti accertati.

Effetto del cambiamento climatico e delle temperature eccezionalmente calde in inverno che, unite alle piogge e all’umidità, hanno favorito la proliferazione della zanzara Aedes aegypti, vettore della malattia, anche nel periodo freddo. Altro fatto per allarmante Buenos Aires, il contagio è avvenuto per oltre il 90% dei casi tra persone che non hanno visitato regioni tropicali dove la malattia è endemica.

Fino a metà aprile scorso, l’Argentina era stata solo lambita dall’epidemia. Poi c’è stata un’impennata dei casi ma con l’inverno alle porte si pensava che le temperature fredde avrebbero
interrotto la diffusione. Non è stato così. Da almeno cinque anni il Continente latinoamericano è alle prese con il dengue. Per non parlare della zika o della chikungunya, anch’esse provocate dalla puntura della stessa Aedes aegypti. Nel 2016 in Brasile sono diventate una vera e propria emergenza sanitaria con morti e malformazioni ai feti.

Colpa del cambiamento climatico

“L‘epidemia si è concentrata prevalentemente nella prima metà dell’anno, ma ha avuto la particolarità di aver registrato – per la prima volta dalla riemersione della malattia – la continuità della trasmissione virale durante la stagione invernale, in particolare nella regione nord-orientale del Paese”, recita il testo dell’allerta epidemiologica diffusa dal governo.

Le autorità nazionali hanno sottolineato come il rischio di un aumento dei casi sia associato al fenomeno El Niño, che provoca l’anomalo riscaldamento delle acque nel sud dell’oceano Pacifico, e al cambiamento climatico, alla base di temperature elevate e piogge abbondanti. Fenomeni che “generano condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione delle zanzare”. È così che la diffusione della Aedes aegyptiè stata evidente in aree geografiche dove non erano state trovate prima”.

Zanzara Aedes aegypti vettore della dengue | Foto James Gathany – Salutewe.it

Le misure messe in campo dal governo Milei

Il nuovo governo argentino, guidato dal presidente di destra destra Javier Milei, si è limitato ad aumentare le misure di prevenzione e assistenza, senza però mettere in campo un piano nazionale per debellare le zanzare. Il ministero della Salute ha raccomandato l’uso di repellenti nelle case, limitare le attività all’aperto e i viaggi, usare indumenti che coprano braccia e gambe quando si esce e piazzare zanzariere su porte, finestre, letti, culle e carrozzine.

Dengue: trasmissione, sintomi e diagnosi

Di origine virale, la dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) e viene trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus”. Il patogeno circola nel sangue della persona infetta tra i due e i sette per giorni e “in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri”, spiega il sito di EpiCentro dell’Istituto superiore di sanità.

Tra i sintomi tipici a cui dà luogo ci sono la febbre con temperature anche molto elevate, accompagnata da mal di testa acuti, dolori muscolari, agli occhi e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle sulla maggior parte del corpo. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini”.

Prevenzione e trattamento

La misura preventiva più efficace contro la dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus. Diventano quindi prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende”, spiega ancora l’Iss. Gli interventi devono quindi concentrarsi sul vettore della malattia. “Ciò significa eliminare tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione” delle zanzare. Non esiste un trattamento specifico per la dengue e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane.

Disinfestazione in Indonesia | Foto EPA/HOTLI SIMANJUNTAK – Saluteweb.it

Oms: “Nel 2023 record di 5,2 milioni di casi. Elevato rischio globale”

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il “rischio a livello globale è elevato”. L’incidenza globale della dengue è notevolmente aumentata negli ultimi 20 anni. Dal 2000 al 2019 l’Oms ha documentato un aumento di dieci volte dei casi segnalati in tutto il mondo, fino a raggiungere quest’anno il record storico di 5,2 milioni e più di 5mila decessi segnalati in oltre 80 Paesi. Numeri peraltro sottostimati, secondo l’Oms, visto che la maggior parte delle infezioni primarie sono asintomatiche e la segnalazione della dengue non è obbligatoria in molti Paesi. Quasi l’80% di questi casi, ovvero 4,1 milioni, è stato segnalato nella regione delle Americhe. Anche in Europa si sono registrati focolai autoctoni.

Diversi fattori sono associati al crescente rischio di diffusione di un’epidemia di dengue, spiega l’Agenzia delle Nazioni Unite. Oltre al riscaldamento globale, con l’aumento delle temperature e delle precipitazioni, giocano un ruolo la fragilità dei sistemi sanitari e l’instabilità politica e finanziaria all’origine di crisi umanitarie e massicci spostamenti di popolazione. Inoltre la scarsa efficacia dei sistemi di sorveglianza in molti Paesi colpiti dal virus potrebbe aver causato ritardi nella segnalazione e nella risposta, contribuendo così alla diffusione.

Dengue Italia, 347 casi da inizio anno

Sono 347 dall’inizio anno i casi registrati in Italia. A darne notizia è il bollettino dell’Istituto superiore di sanità, aggiornato al 5 dicembre. Restano costanti i casi autoctoni, pari a 82, mentre salgono di poco quelli importati, a 265, rispetto ai 256 di sette giorni fa. Arrivano soprattutto da Messico,Thailandia, India e Cuba. La mappa dei contagi vede in testa la Lombardia con 111 casi, seguita dal Lazio con 93, l’Emilia Romagna con 39, il Veneto con 32 e la Toscana con 17. Dal primo gennaio 2023 ad oggi è stato registrato un solo decesso.

Federica Giovannetti

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