Apparecchio acustico, ecco quando diventa necessario usarlo

Gli apparecchi acustici, noti anche come protesi acustiche, sono dispositivi elettronici che migliorano l’udito delle persone con deficit uditivi neuro-sensoriali. Posizionati dietro o dentro l’orecchio, amplificano le vibrazioni sonore per aiutare l’udito. Sono costituiti da microfono, amplificatore e altoparlante, ed esistono tipi retroauricolari e endoauricolari. La regolazione personalizzata è essenziale per ottimizzare il risultato. Ma quando diventa necessario utilizzarli? Vediamo cosa dice la scienza a questo proposito.

Gli apparecchi acustici, strumenti fondamentali per recuperare l’udito, ma quando vanno usati?

Per comprendere meglio come funzionano e quando servono gli apparecchi acustici è necessario capire come funziona l’udito nell’essere umano. L’orecchio interno dell’essere umano è costituito da due principali cavità: la coclea, responsabile dell’udito, e il sistema vestibolare, che controlla l’equilibrio. Ciascuna di queste strutture è collegata al cervello tramite un nervo dedicato: il nervo cocleare per la coclea e il nervo vestibolare per il sistema vestibolare. All’interno di entrambe queste cavità circola un fluido chiamato endolinfa, ricco di potassio, che svolge un ruolo fondamentale nella trasmissione dei segnali uditivi e di equilibrio al cervello. Morfologicamente simile a una chiocciola, la coclea è di fatto il centro di conversione dei suoni in segnali/impulsi nervosi.

Per il processo di conversione, si avvale di particolari cellule ciliate, disperse nell’endolinfa; tali cellule ciliate prendono il nome di organo del Corti.

Una volta avvenuto il processo di conversione, l’organo del Corti e l’endolinfa interagiscono con il nervo cocleare, il quale a questo punto trasmette i segnali/impulsi nervosi neoformati al cervello, per la loro elaborazione finale.

Uomo anziano con un apparecchio acustico
Immagine | Pixabay @VioletaStoimenova – Saluteweb.it

Gli apparecchi acustici, noti anche come protesi acustiche, sono dispositivi elettronici compatti installati nell’orecchio o dietro di esso. Consentono alle persone con problemi uditivi di migliorare la loro capacità di ascolto, persino in luoghi rumorosi. In pratica, agiscono come amplificatori sonori.

Gli apparecchi acustici e gli impianti cocleari sono due cose diverse. Gli apparecchi acustici amplificano i suoni, mentre gli impianti cocleari sono una specie di coclea artificiale. Questi impianti catturano i suoni, li convertono in segnali nervosi e li inviano al cervello tramite il nervo cocleare, replicando il processo dell’udito naturale.

Nella maggior parte dei casi, l’utilizzo degli apparecchi acustici è indicato alle persone con deficit acustici o sordità di tipo neuro-sensoriale.

I deficit acustici e la sordità di tipo neuro-sensoriale sono disturbi dell’udito, che compaiono a seguito di problematiche della coclea (es: degenerazione dell’organo del Corti, riduzione del numero di cellule ciliate nella coclea ecc.) e/o del nervo cocleare.

I deficit acustici e la sordità di tipo neuro-sensoriale possono essere più o meno gravi, a seconda delle cause scatenanti.

Cause più comuni di deficit acustici e sordità di tipo neuro-sensoriale:

  • Malattie come, per esempio, la sindrome di Ménière.
  • Traumi acustici, conseguenti per esempio allo scoppio di un petardo o uno pneumatico vicino alle orecchie;
  • È la riduzione/perdita della capacità uditiva correlata all’invecchiamento.

L’indicazione all’utilizzo di un apparecchio acustico potrebbe riguardare un orecchio (indicazione monolaterale) oppure entrambi (indicazione bilaterale), a seconda che il deficit uditivo riguardi una o entrambe le orecchie.

Un tipico apparecchio acustico è composto da tre componenti chiave: un microfono, un amplificatore e un altoparlante. Il microfono rileva i suoni o le vibrazioni sonore presenti nell’ambiente circostante e li trasmette all’amplificatore. L’amplificatore, come suggerisce il nome, ingrandisce l’intensità dei suoni catturati dal microfono (simile a un regolatore del volume su una TV) e indirizza questi suoni all’altoparlante. L’altoparlante ha il compito di guidare i suoni amplificati nell’orecchio, contribuendo così alla percezione uditiva dell’individuo che utilizza l’apparecchio acustico.

Il funzionamento degli apparecchi acustici si basa sull’idea che l’amplificazione sonora permetta a un organo del Corti non perfettamente in salute di riconoscere/individuare i suoni, che altrimenti non sarebbe in grado di percepire.

Gli apparecchi acustici non sono tanto dispositivi che ripristinano la normale capacità uditiva, ma sono piuttosto dispositivi che sopperiscono a un deficit dell’udito. Pertanto, è errato pensare che il loro utilizzo rappresenti una soluzione definitiva alla sordità o a un calo della percezione sonora.

Gli apparecchi acustici moderni consentono una regolazione personalizzata dell’amplificazione del suono, adattandosi alle diverse necessità degli utenti. Ad esempio, chi ha una lieve perdita uditiva regolerà l’amplificazione a un livello diverso rispetto a chi ha una perdita più grave.

Tuttavia, la regolazione degli apparecchi acustici richiede spesso alcuni tentativi, poiché trovare il livello di amplificazione ottimale può essere complesso.

Nel caso di utenti con bisogno di apparecchi acustici per entrambi gli orecchi, è essenziale regolare separatamente ciascun dispositivo poiché le perdite uditive possono variare tra le due orecchie.

Attualmente, esistono due tipologie principali di apparecchi acustici: gli apparecchi acustici che il paziente indossa dietro all’orecchio esterno, chiamati per la precisione apparecchi acustici retroauricolari, e gli apparecchi acustici che il paziente indossa dentro all’orecchio esterno, detti più propriamente apparecchi acustici endoauricolari (o apparecchi acustici intrauricolari).

Gli apparecchi acustici retroauricolari presentano un guscio da collocare dietro l’orecchio esterno, che contiene la maggior parte delle componenti elettroniche per il miglioramento dell’udito.

Attualmente, ci sono tre sottotipi di apparecchi acustici retroauricolari disponibili:

  • Apparecchi acustici retroauricolari standard (BTE): Tutte le componenti elettroniche sono all’interno del guscio. I suoni amplificati vengono trasmessi nell’orecchio attraverso un tubicino, con un piccolo auricolare all’apertura del condotto uditivo esterno. Sono indicati per deficit uditivi moderati o gravi.
  • Apparecchi acustici retroauricolari open-ear: Simili ai BTE standard in efficacia, ma con un auricolare più piccolo che occupa meno spazio nel condotto uditivo esterno.
  • Apparecchi acustici retroauricolari con altoparlante nel canale (RIC): Microfono e amplificatore sono nel guscio, mentre l’altoparlante si trova vicino al timpano, collegato al guscio tramite cavi sottili in un tubo di collegamento. Leggermente più piccoli dei BTE, sono adatti a deficit uditivi moderati e gravi.

La decisione sull’apparecchio acustico, dal tipo alla sottotipologia, è compito del tecnico audioprotesista, a cui il futuro utente si affida.

Questa scelta dipende principalmente dalla gravità della perdita uditiva e, in secondo luogo, dallo stile di vita del destinatario.

Ecco alcuni esempi illustrativi:

Per persone con gravi perdite uditive, apparecchi acustici retroauricolari potenti sono necessari. Al contrario, chi ha lievi o moderate perdite uditive può optare per apparecchi acustici endoauricolari.

In queste situazioni, lo stile di vita, attivo o sedentario, ha un peso relativo, poiché il focus principale è ripristinare l’udito.

Per perdite uditive lievi o moderate, il tenere conto dello stile di vita è importante. Individui attivi (ad esempio giovani) possono preferire apparecchi endoauricolari per la maggiore libertà di movimento. Al contrario, per coloro meno abili con dispositivi elettronici (come anziani), gli apparecchi retroauricolari, facili da rimuovere e gestire, possono risultare più adatti.

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