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Antibiotici, l’Aifa lancia l’allarme sul consumo eccessivo in Italia: ecco tutti i dati

Cresce il consumo di antibiotici e, di conseguenza, la resistenza agli stessi: ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo

Negli ultimi anni, il consumo di antibiotici in Italia ha raggiunto livelli allarmanti, suscitando la preoccupazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Secondo un recente report dell’Aifa, il Paese sta attraversando una vera e propria emergenza legata all’uso inappropriato di antibiotici, con ripercussioni dirette sulla salute pubblica e sull’economia. L’uso eccessivo di questi farmaci, associato a una crescente resistenza batterica, sta trasformando l’antibiotico resistenza in una “pandemia silente” che, stando alle stime dell’ECDC, causa circa 12.000 morti all’anno in Italia.

I dati e i costi della resistenza agli antibiotici

Robert Nisticò, presidente dell’Aifa, ha evidenziato che il fenomeno della resistenza agli antibiotici comporta costi enormi per il sistema sanitario italiano, stimati in 2,4 miliardi di euro all’anno. Questi costi sono legati non solo alla gestione delle infezioni causate da batteri resistenti, ma anche all’occupazione di 2,7 milioni di posti letto negli ospedali. La situazione è particolarmente critica in ambito ospedaliero, dove i batteri resistenti sono ampiamente diffusi e rappresentano una minaccia costante per i pazienti.

I dati sul consumo di antibiotici | Pixabay @bymuratdeniz – Saluteweb

 

Un approccio globale necessario

L’Aifa ha sottolineato l’importanza di un approccio globale per affrontare questa crisi. Ciò implica:

  • Promozione dell’uso consapevole degli antibiotici, sia in ambito umano che veterinario.
  • Rafforzamento delle misure di prevenzione, specialmente nelle strutture sanitarie.
  • Sviluppo di strumenti informativi, come l’applicazione Firstline, che fornisce informazioni utili sulle dieci infezioni più comuni trattate con antibiotici, sia per adulti che per bambini.

I dati sul consumo di antibiotici in Italia

I numeri parlano chiaro: nel 2023, il consumo di antibiotici per uso sistemico ha raggiunto 22,4 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, con un incremento del 5,4% rispetto al 2022. Questo segna una tendenza preoccupante, dopo anni di progressivi cali registrati tra il 2013 e il 2019. Anche il consumo di antibiotici per uso locale ha mostrato un incremento, con 28 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti.

Inoltre, le prescrizioni di antibiotici ad ampio spettro sono aumentate, nonostante questi farmaci siano associati a un maggior rischio di sviluppare resistenze. Attualmente, il 54,4% delle prescrizioni riguarda antibiotici del gruppo “Access”, che dovrebbero essere utilizzati come prima linea di difesa, ma che non raggiungono l’obiettivo del 65% raccomandato dall’Unione Europea.

Disparità regionali e pediatria

Analizzando i dati regionali, emerge che il Sud Italia presenta i tassi di consumo più elevati, con 18,9 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, rispetto ai 12,4 del Nord. Un ulteriore dato preoccupante riguarda i bambini: la percentuale di quelli fino a 13 anni che hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici è aumentata dal 33,7% al 40,9% dal 2022 al 2023. Ciò evidenzia un problema di inappropriatezza nella prescrizione di antibiotici, in particolare nelle regioni centro-meridionali.

Un confronto con l’Europa

A livello europeo, l’Italia si colloca al settimo posto per consumo di antibiotici, superando la media dell’Unione di oltre il 15%. Anche nel contesto ospedaliero, l’Italia occupa la sesta posizione, con un uso sproporzionato di antibiotici ad ampio spettro rispetto a quelli a spettro ristretto. Nel 2023, il 52,5% degli antibiotici utilizzati negli ospedali apparteneva a categorie ad alto rischio di resistenza, una percentuale ben superiore alla media europea del 40,15%.

La crescita dei “superbug”

Questa situazione ha portato a un incremento dei cosiddetti “superbug”, batteri resistenti agli antibiotici. Ad esempio, la resistenza dell’Escherichia coli alle cefalosporine di terza generazione è aumentata dal 23,8% nel 2021 al 26,7% nel 2023. Se da un lato si osserva una diminuzione della resistenza agli antibiotici fluorochinolonici, dall’altro lato la situazione rimane critica per altri ceppi, come Klebsiella pneumoniae, con un tasso di resistenza alle cefalosporine di terza generazione che ha raggiunto il 55,2%.

L’importanza della prevenzione e dell’educazione

L’Aifa e il Ministero della Salute stanno lavorando congiuntamente per migliorare la consapevolezza riguardo all’uso degli antibiotici, promuovendo campagne di sensibilizzazione e implementando il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025. Questo piano prevede risorse sostanziali per monitorare e prevenire la diffusione dei microrganismi resistenti, dimostrando l’impegno delle istituzioni per affrontare una delle sfide sanitarie più urgenti a livello globale.

Redazione

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