Allarme MST: i giovani usano meno il preservativo, casi in aumento in Europa e Italia

Nel 2023, l’Europa ha registrato un forte aumento nei casi di sifilide e gonorrea, due tra le malattie sessualmente trasmissibili (MST) più comuni. Questo incremento ha destato preoccupazione soprattutto tra i giovani, con un’incidenza particolarmente alta tra le donne di età compresa tra i 20 e i 24 anni. Anche in Italia il fenomeno è evidente. Secondo Barbara Suligoi dell’Istituto Superiore di Sanità, «la diffusione delle infezioni sessualmente trasmissibili tra i giovani è un problema innegabile e in crescita, con un aumento significativo anche tra gli under 24».

I giovani usano meno il preservativo: l’allarme MST

Uno dei motivi dietro a questo incremento è l’ampliamento dei programmi di screening in diversi paesi europei. Grazie a una maggiore diffusione dei test diagnostici, molte infezioni vengono individuate più facilmente rispetto al passato. Tuttavia, esiste anche un’altra causa, ancora più preoccupante: la crescente disabitudine all’uso del preservativo, l’unico metodo contraccettivo in grado di proteggere anche dalle infezioni sessualmente trasmissibili.

Allarme MST: i giovani usano meno il preservativo, casi in aumento in Europa e Italia
Allarme MST: i giovani usano meno il preservativo, casi in aumento in Europa e Italia – Pexels @cottonbrostudio – Saluteweb.it

 

Alcuni mesi fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha diffuso un rapporto che evidenzia il numero preoccupante di rapporti sessuali non protetti tra gli adolescenti. Nel documento, l’OMS descrive la diminuzione dell’uso del profilattico come un fenomeno diffuso e allarmante.

Secondo un’indagine dell’OMS, tra il 2014 e il 2022 la percentuale di adolescenti europei che hanno usato il preservativo durante l’ultimo rapporto sessuale è scesa dal 70% al 61% tra i ragazzi e dal 63% al 57% tra le ragazze. Anche in Italia la situazione è simile. Suligoi conferma che il preservativo è poco utilizzato tra i giovani e cita i dati nazionali del 2022, che indicano un calo costante dell’uso del contraccettivo tra i quindicenni dal 2010. Le ragioni di questa tendenza non sono chiare, ma l’OMS la attribuisce in parte a una scarsa diffusione dell’educazione sessuale nelle scuole, un tema spesso oggetto di controversie politiche, anche in Italia.

Hans Henri P. Kluge, direttore dell’OMS per l’Europa, ha sottolineato che «in molti paesi, l’educazione sessuale e affettiva è trascurata e, dove esiste, è sempre più attaccata da movimenti conservatori». Secondo Kluge, la situazione peggiorerà se i governi e le istituzioni non interverranno con misure concrete per affrontare il problema.

In Italia, il dibattito sull’introduzione dell’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole è ricorrente. Attualmente, i programmi formativi dipendono dalle singole istituzioni scolastiche e spesso incontrano resistenze, soprattutto da parte dei genitori, che influenzano le scelte di dirigenti e insegnanti.

Caterina Pellegris, esperta di educazione sessuale con trent’anni di esperienza, incontra ogni anno oltre duemila studenti a Bergamo. Secondo lei, i ragazzi oggi «hanno accesso a molte informazioni, ma senza un contesto educativo adeguato rischiano di non saperle elaborare correttamente».

Pellegris sottolinea l’importanza di discutere aspetti pratici come dove acquistare i preservativi, come sceglierli e come utilizzarli correttamente. «Molte ragazze sanno dell’esistenza del preservativo femminile, ma quando lo vedono per la prima volta rimangono sorprese: nessuna mi ha mai detto di averlo acquistato o usato», aggiunge.

Anche se Pellegris non raccoglie dati sull’uso dei profilattici tra gli studenti, afferma di non percepire un rifiuto consapevole del preservativo, né particolari barriere culturali rispetto al passato. Tuttavia, nota che nelle giornate dedicate ai test gratuiti per le malattie sessualmente trasmissibili (MST) la partecipazione è sempre molto alta. Questo suggerisce che tra i giovani c’è una consapevolezza dei rischi, anche se non sempre si traduce in comportamenti protettivi.

Un altro fattore potrebbe essere la minore percezione del rischio associato ai rapporti sessuali non protetti. Suligoi spiega che negli anni ’80 e ’90 l’attenzione mediatica sull’HIV/AIDS ha sensibilizzato molto l’opinione pubblica, mentre oggi, grazie ai progressi nella prevenzione e nella cura, la percezione del pericolo si è attenuata.

Negli ultimi due anni, tra le MST che hanno registrato il maggiore aumento in Europa ci sono la sifilide e, soprattutto, la gonorrea. Nel 2023 sono stati rilevati oltre 100mila casi di gonorrea, con un aumento del 31% rispetto all’anno precedente e un incremento di quattro volte rispetto al 2014. Il dato più allarmante riguarda le donne tra i 20 e i 24 anni, tra le quali l’incidenza è aumentata del 46% rispetto al 2022.

La gonorrea è spesso asintomatica, il che rende difficile la diagnosi precoce. Se non trattata, può causare infezioni gravi, dolori cronici e, in alcuni casi, sterilità.

Tuttavia, la malattia sessualmente trasmissibile più diffusa in Europa rimane la clamidia, meno conosciuta ma altrettanto pericolosa. La sua diffusione è aumentata costantemente negli ultimi dieci anni, con oltre 230mila casi registrati nel 2023, soprattutto tra i giovani adulti. La clamidia è spesso priva di sintomi evidenti, ma se trascurata può provocare infiammazioni e compromettere la fertilità, soprattutto nelle donne.

Nonostante la crescita di molte MST, i dati italiani mostrano anche segnali positivi. Dal 2018, si è registrata una diminuzione nei casi di condilomi ano-genitali, un’infezione causata dal papilloma virus (HPV). Secondo Suligoi, questo trend è legato agli effetti della vaccinazione gratuita contro l’HPV, introdotta in Italia nel 2008 per i dodicenni di entrambi i sessi.

Questo vaccino ha l’obiettivo di ridurre l’incidenza del cancro al collo dell’utero, una delle principali conseguenze dell’HPV. Dopo dieci anni dalla sua introduzione, i dati confermano una riduzione significativa delle infezioni e delle complicanze legate a questo virus.

L’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili tra i giovani in Europa e in Italia è un problema che richiede attenzione immediata. Il calo nell’uso del preservativo, la scarsa educazione sessuale e la minore percezione del rischio sono fattori chiave dietro questa tendenza.

Investire nella prevenzione, potenziare i programmi di screening e rafforzare l’educazione sessuale nelle scuole sono misure essenziali per ridurre il contagio e proteggere la salute delle nuove generazioni

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