La passione per la longevità sembra sempre più presente nella nostra società: tra podcast, libri best-seller e influencer, l’idea di vivere a lungo affascina milioni di persone. Tuttavia, la durata della vita è strettamente legata alla qualità degli anni vissuti, un concetto che va oltre i numeri e che riguarda anche il benessere generale.
Le scelte che facciamo ogni giorno, come il modo in cui ci alimentiamo, quanto dormiamo, se facciamo attività fisica, influiscono significativamente sulla nostra salute e possono persino modificare l’influenza della genetica. Proprio in questa direzione, nasce una collaborazione significativa in Italia tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nel 2019, le due istituzioni hanno creato il Italian Institute for Planetary Health, un consorzio dedicato allo studio degli stili di vita e delle abitudini alimentari che promuovono una vita lunga e in buona salute.
L’Italian Institute for Planetary Health si pone l’obiettivo di analizzare il modo in cui fattori ambientali, alimentari e sociali impattano sulla longevità e sulla salute pubblica. La dottoressa Carlotta Franchi, coordinatrice scientifica dell’istituto e responsabile del Laboratorio di Farmacoepidemiologia e Nutrizione Umana presso l’Istituto Mario Negri, guida gli studi sull’influenza degli alimenti ultra-processati sulla salute umana. Gli alimenti ultra-processati sono spesso considerati dannosi per l’organismo e sono quindi al centro delle indagini dell’istituto.
Gli alimenti ultra-processati sono prodotti sottoposti a lavorazione industriale intensiva che contengono una lista estesa di ingredienti, spesso più di cinque. Questi prodotti sono arricchiti con additivi alimentari, come conservanti, emulsionanti e aromi artificiali, con lo scopo di migliorarne le proprietà organolettiche e prolungarne la durata. Snack confezionati, bevande gassate e pasti pronti rientrano in questa categoria. Tali alimenti sono caratterizzati da alta densità calorica, alti livelli di zuccheri e grassi saturi, ma una scarsa quantità di fibre e micronutrienti, fattori che contribuiscono a renderli meno nutrienti.
Il consumo di questi alimenti è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, soprattutto nei Paesi ad alto reddito, dove rappresentano oltre il 50% delle calorie quotidiane assunte dalla popolazione. Questo cambiamento nel comportamento alimentare globale solleva interrogativi sulle conseguenze per la salute pubblica e sul modo in cui il nostro corpo risponde a questi alimenti industriali.
L’aumento del consumo di alimenti ultra-processati ha suscitato numerosi dibattiti sulla loro possibile pericolosità per la salute umana. Una meta-analisi pubblicata sul British Medical Journal ha valutato 45 studi che evidenziano come un consumo eccessivo di questi alimenti sia associato a un rischio elevato di malattie croniche. Tra queste, si annoverano malattie cardiovascolari, cancro, disturbi mentali, malattie respiratorie e malattie metaboliche. Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Nutrition, un’elevata assunzione di cibi ultra-processati è legata anche a un maggiore rischio di sviluppare malattia renale cronica.
Questi studi sottolineano come ridurre il consumo di cibi ultra-processati sia fondamentale nella prevenzione di molte malattie. Gli alimenti ultra-processati contengono infatti elementi che, nel tempo, possono compromettere l’efficienza del nostro organismo e aumentare il rischio di sviluppare malattie gravi. Inoltre, gli studi suggeriscono che l’elevata presenza di zuccheri e grassi saturi in questi prodotti crea un impatto negativo non solo sul nostro metabolismo, ma anche sulla funzione immunitaria.
Oltre a mettere in pericolo la salute umana, il consumo di alimenti ultra-processati contribuisce anche al degrado ambientale. Una ricerca condotta in Brasile ha dimostrato che la riduzione del consumo sia di carne bovina sia di alimenti ultra-processati potrebbe comportare una riduzione significativa delle emissioni di anidride carbonica e del consumo di acqua. Questo suggerisce che migliorare la nostra dieta può avere effetti benefici non solo sul nostro corpo, ma anche sul nostro Pianeta, riducendo la pressione sulle risorse ambientali.
Quando facciamo la spesa, è essenziale tenere a mente alcune regole semplici per evitare gli alimenti ultra-processati. In generale, meno ingredienti troviamo sulla etichetta, più il prodotto sarà salutare. Leggere attentamente le etichette alimentari ci aiuta a prendere decisioni consapevoli, limitando i cibi che contengono additivi artificiali e ingredienti sospetti.
Un consiglio utile è prediligere cibi freschi o minimamente processati come frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e carne magra, che possiamo cucinare a casa, evitando le soluzioni preconfezionate e ipercaloriche. Inoltre, pianificare i pasti ci permette di mantenere un’alimentazione equilibrata, riducendo la necessità di ricorrere a pasti rapidi e meno sani. Sostituire uno snack confezionato con un frutto o uno yogurt naturale può fare una grande differenza nel lungo periodo.
L’educazione alimentare è un altro pilastro fondamentale per limitare il consumo di alimenti ultra-processati. È importante che i genitori educhino i bambini a una dieta equilibrata fin dalla prima infanzia. Promuovere abitudini sane può ridurre il rischio che i bambini sviluppino cattive abitudini alimentari in età adulta, contribuendo a migliorare la loro salute nel tempo.
Il Italian Institute for Planetary Health ha un ruolo cruciale nella sensibilizzazione sul tema degli alimenti ultra-processati e sul loro impatto sulla salute. Attraverso studi scientifici approfonditi, il consorzio mira a promuovere un’alimentazione più consapevole, proponendo linee guida e consigli pratici per migliorare la salute collettiva. Gli studi condotti forniscono dati preziosi per i responsabili delle politiche sanitarie, aiutando a definire le migliori pratiche in ambito nutrizionale e a promuovere una prevenzione alimentare mirata.
Un aspetto poco noto, ma ugualmente importante, riguarda la relazione tra cibi ultra-processati e salute mentale. Numerosi studi suggeriscono che un elevato consumo di questi alimenti può aumentare il rischio di sviluppare disturbi dell’umore e depressione. Gli zuccheri e i grassi saturi, infatti, possono influenzare negativamente la funzione cerebrale, causando sbalzi d’umore e alterazioni nel funzionamento dei neurotrasmettitori. Ridurre il consumo di questi alimenti potrebbe quindi giovare anche alla salute emotiva e mentale.
Il tema degli alimenti ultra-processati è destinato a rimanere al centro del dibattito sulla salute e sul benessere. La ricerca scientifica continuerà a esplorare il modo in cui questi alimenti influenzano il nostro organismo, e la consapevolezza collettiva potrà favorire un cambiamento positivo nelle abitudini alimentari globali. Scegliere cibi freschi, limitare i prodotti industriali e pianificare i pasti rappresentano già passi importanti verso uno stile di vita più sano.
In definitiva, la consapevolezza è il primo passo per mantenere una dieta bilanciata e proteggere il nostro benessere. Il lavoro dell’Italian Institute for Planetary Health rappresenta una guida preziosa per comprendere l’importanza della nutrizione e fare scelte alimentari che possano migliorare sia la nostra salute sia quella del Pianeta.
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