Alcol e tumori, un nuovo studio fa luce sul legame

Potrebbe spiegare anche l’aumento di neoplasie al seno e al colon che si è registrato in persone giovani, prima dei 50 anni

L’allarme è alto. Il problema è stato sollevato da oncologi ed esperti: il consumo di bevande alcoliche è responsabile di un numero crescente di casi di tumore e potrebbe spiegare anche l’aumento di neoplasie al seno e al colon che si è registrato in persone giovani, prima dei 50 anni. Nello studio statunitense, ripreso dal Corriere della Sera, gli auguro scrivono che “ancora moltissime persone non sono consapevoli del legame tra cancro e alcol, nonostante sia stato ormai ampiamente dimostrato proprio come quello fra cancro e fumo”.

Alcol
Alcol | pixabay @jarmoluk

E ancora: “Servono campagne di sensibilizzazione insieme a strategie di ampio impatto, come ad esempio le etichette di avvertenza specifiche per il cancro applicate sulle bevande alcoliche, perché più persone siano informate che tutte le bevande alcoliche (vino, birra e superalcolici) fanno crescere il pericolo di insorgenza di diversi tipi tumore e che la probabilità di sviluppare una neoplasia aumenta con l’aumentare della quantità di alcol consumata”.

Il nuovo report americano

I dati sono importanti e non da sottovalutare. Secondo quanto riportato nel Cancer Progress Report 2024 dell’AACR, negli Stati Uniti, il 40% dei casi di cancro è associato a fattori di rischio modificabili. Tra questi, sempre come scrive il Corriere della Sera, ci sono il consumo eccessivo di alcol al quale è stato attribuito il 5,4% del totale dei casi diagnosticati negli Usa nel 2019. Sono tante le ricerche che chiariscono l’impatto di questo legame in particolare con sei tipi di neoplasie: testa e collo, esofago, seno, stomaco, colon retto e fegato.

“Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale di sanità in Italia sono attribuibili all’alcol tra cinque e 10 casi per 100mila abitanti ogni anno. Questo vuol dire, grosso modo, tra i tremila e i seimila nuovi casi dei 365mila diagnosticati ogni anno nel nostro Paese. Può sembrare un numero relativamente piccolo, ma in realtà un’adeguata campagna di prevenzione e di informazione sui rischi dell’alcol contribuirebbe a salvare molte vite, tenendo anche conto del fatto che l’alcol non aumenta solo il rischio di tumore, ma è responsabile anche di migliaia di decessi che si registrano anche per cirrosi epatica, malattie cardiovascolari e incidenti stradali per guida in stato d’ebbrezza”, le parole di Massimo Di Maio, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom).

Chi sono più a rischio?

Visti i rischi, quando bisogna bere allora? La soglia limite del consumo alcolico è pari a 20 grammi al giorno per gli uomini (due bicchieri di vino da 125 millilitri) e 10 grammi al giorno per le donne (circa un bicchiere di vino): “Anche se l’Oms non precisa dei livelli di rischio, perché sottolinea che l’unico livello sicuro è non bere, vengono identificate delle categorie: consumo moderato (un massimo di 20 grammi di alcol al giorno), consumo rischioso (fino a 60 grammi), consumo “pesante” (oltre 60 grammi)”, ha precisato Di Maio.

Limiti che si riducono in anziani e donne: “La tossicità degli alcolici è maggiore nelle donne, il cui organismo si caratterizza per una minore produzione dell’enzima Alcol-Deidrogenasi (ADH), che determina una ridotta capacità di metabolizzare l’etanolo e che stimola anche l’azione degli estrogeni, gli ormoni responsabili della crescita di circa il 70% dei tumori del seno. E lo stesso avviene nei giovanissimi, motivo per cui il consumo è vietato prima dei 18 anni. Troppi ragazzi ignorano che quanti più alcolici consumano tanti più danni provocano al loro organismo, che li espone a molti più pericoli per la salute quando saranno adulti”, ha sottolineato Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom.

Drinks
Drinks | pixabay @bridgesward

I tumori in aumento

Altro dato preoccupante: i giovani adulti tra i 40 e i 50 anni hanno un rischio più elevato di tumore rispetto alle generazioni precedenti. Sono in aumento quelli al colon retto e alla mammella: “Quasi un quarto dei casi di carcinoma della mammella (il 23%) è causato da fattori di rischio evitabili, come fumo, sovrappeso, alcol e sedentarietà. Più ricerche, ormai, hanno evidenziato che sale la quota di chi si ammala prima dei 50 anni, senza che se ne conoscano a pieno le ragioni. Certo è che almeno il 40% delle neoplasie si potrebbe prevenire in modo molto semplice, solo seguendo stili di vita corretti, ma altrettanto certo è, purtroppo, che le “cattive abitudini” sono sempre più diffuse”, ha concluso Cinieri, direttore dell’Oncologia medica e Breast Unit dell’Ospedale Perrino di Brindisi.

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