Nel suo chiacchieratissimo libro “Spare” il principe Harry ha confessato di aver sofferto di agorafobia. Il duca di Sussex ha dichiarato di aver cominciato ad accusare il disturbo dopo aver prestato servizio nell’esercito e di aver avuto attacchi di panico, oltre a un acuto senso di solitudine alimentato dalla sfiducia di chi gli sarebbe dovuto stare più vicino. Ma che cos’è l’agorafobia? Vediamo quali sono le caratteristiche di questo disturbo e come si può combattere.
L’agorafobia non è solo la paura di spazi e luoghi aperti, ma è più precisamente la paura di trovarsi in situazioni da cui non sia possibile fuggire né ricevere aiuto in caso di pericolo. Una persona che ha l’agorafobia può avere difficoltà a viaggiare sui mezzi pubblici, a visitare un centro commerciale e ad uscire di casa per il timore di trovarsi di fronte a situazioni particolarmente stressanti.
I disturbi che provoca sono quelli tipici di un attacco di panico, ovvero battito del cuore accelerato, respirazione rapida (iperventilazione), sensazione di caldo accompagnata da sudorazione, senso di malessere. In genere, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’agorafobia si sviluppa come complicazione del disturbo di panico, un disturbo d’ansia che comprende momenti di intensa paura. Poiché ritornare in luoghi, o rivivere situazioni, in cui in passato si sono verificati attacchi di panico può scatenare nuovamente l’ansia, di solito le persone che soffrono di agorafobia tendono ad evitarli.
Secondo quanto riferisce l’Iss, si possono ottenere miglioramenti significativi sottoponendosi a una cura psicologica. Per l’agorafobia e per qualsiasi disturbo di panico che ne derivi è raccomandato un approccio graduale che prevede in primo luogo l’acquisizione di conoscenze sul disturbo, sui possibili cambiamenti nello stile di vita da mettere in atto e sulle tecniche di auto-aiuto. I cambiamenti possono includere lo svolgimento regolare di un’attività fisica, la scelta di un’alimentazione più sana, priva di alcol e di bevande che contengano caffeina.
Le tecniche di auto-aiuto, utili nel corso di un attacco di panico, prevedono di rimanere nel luogo in cui ci si trova concentrandosi su qualcosa di visibile, e non percepito come minaccioso, e di respirare lentamente e profondamente. Secondo l’Iss, è consigliabile iscriversi a un programma guidato di auto-aiuto istituzionalmente accreditato e utilizzare manuali che descrivono i diversi tipi di problemi che potrebbero verificarsi e forniscono consigli pratici sul miglior modo di affrontarli. Infine, possono essere intraprese cure più intensive come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o prendere farmaci.
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