Al giorno d’oggi è sempre più chiara la correlazione tra condizione di salute mentale e l’utilizzo dei social media. Ma sono gli adolescenti che corrono il rischio maggiore, sempre più abituati a stare sempre con il telefono in mano e ad aprire i social network in maniera quasi involontaria. L’uso eccessivo di queste piattaforme sta provocando casi di ansia e di depressione, ma anche altri problemi psicologici nei ragazzi, che sono sempre più condizionati da ciò che vedono online.
La prima causa di disturbi psicologici derivanti dall’abuso di social media è il continuo confronto. Queste piattaforme, per esempio, pullulano di influencer cioè persone che, per l’appunto, influenzano la vita degli altri attraverso consigli di qualsiasi tipo (dal cibo al fashion) o semplicemente attraverso la propria immagine.
Gli adolescenti (si parla di loro nello specifico perché sono coloro che hanno più dimestichezza con i devices elettronici) sviluppano maggiormente il desiderio di somigliare a queste figure di forte attrattiva e ciò induce molti a non sentirsi all’altezza. Questo sentimento è dovuto al fatto di non rivedere in se stessi le medesime caratteristiche (che agli occhi degli utenti sono quelle che rendono attraenti). Questo può portare a un preoccupante calo dell’autostima e statisticamente tocca maggiormente le ragazze, in quanto la figura femminile è sempre più esasperata e omologata a determinati standard.
Al contrario, l’effetto opposto è quello di voler mostrare solo gli aspetti positivi della propria vita, dando così una parvenza di perenne ottimismo e perfezione, benché solo apparenti.
Il fatto di “scrollare” tutto il giorno tra post e notizie può creare una vera e propria dipendenza. Nel tempo libero non si ricercano più attività che non impieghino il cellulare o il pc e se, per qualche motivo, non si ha il proprio telefono a portata di mano, si arriva ad una sorta di paranoia da astinenza. Altri comportamenti possono essere impazienza, disagio o irritabilità. La dipendenza porta anche ad essere sempre meno interessati ad altre attività: la lettura, lo sport, lo studio.
L’ansia del “perdersi qualcosa” sui social, una notizia o un evento, è diventato un vero e proprio fenomeno ed ha ottenuto un nome specifico, Fear of Missing Out (FoMo). É quella sensazione di rimanere tagliati fuori da qualcosa e, di conseguenza, non poterne parlare con altri utenti o di non poterla commentare.
Ma perché questi problemi psicologici derivanti dall’abuso dei social toccano più gli adolescenti rispetto agli adulti? La risposta è che i ragazzi sono più tendenti a conformarsi a ciò che va di moda, a ciò che fa tendenza, a ciò che generalmente piace, per piacere a loro volta. E, nei casi estremi, se qualcuno non segue questa tendenza può essere soggetto a cyberbullismo. Sempre più spesso la maschera data dallo schermo, dalla lontananza, porta le persone ad esprimersi in commenti offensivi.
Si è parlato dei lati negativi sulla psicologia dei ragazzi, ma è opportuno dire che i social media possono anche costituire un aiuto in certi casi. Ci si riferisce al fatto che online è sempre più facile trovare aiuto e chiedere aiuto. Inoltre, l’estrema connessione con il resto del mondo può costituire un bene nella misura in cui ci si sente “parte di qualcosa“, quando evita di fare sentire escluso qualcuno. I social possono essere una valvola di sfogo, un posto utile per trovare canali di supporto, ma sempre cercando di rendersi conto quando si tocca il limite.
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