Indicato talvolta come una delle cause che portano alla possibile comparsa di calcoli nei reni, il bere acqua dal rubinetto non ha invece dirette conseguenze in tal senso.
Ad affermarlo è stato il medico dietologo Giorgio Calabrese, il quale, all’interno di un contenuto video creato per la rubrica Il Gusto sul sito web de La Repubblica, ha voluto sfatare questo falso mito.
Chi è solito bere direttamente l’acqua dal proprio rubinetto di casa può stare, dunque, più tranquillo.
“L’acqua del rubinetto non fa venire i calcoli ai reni. Contiene sicuramente un po’ di calcio, ma ciò è presente anche in tutte le acque minerali. L’acqua potabile che esce dal rubinetto è controllata dagli enti preposti e dai Comuni. Sono loro che certificano che l’acqua che esce dal rubinetto è sana igienicamente. L’acqua del rubinetto, naturalmente, può contenere dei minerali. Esistono, infatti, le acque oligominerali, quelle minerali e quelle prive di minerali. Nelle condizioni attuali, il calcio contenuto nelle acque italiane non è dannoso per la salute”.
Queste le parole pronunciate dal dottor Giorgio Calabrese, il quale ha specificato come non sia il calcio presente nell’acqua potabile che esce dal rubinetto a creare i calcoli renali.
Una loro origine potrebbe risiedere, invece, nell’accumulo di sostanze vegetali e latticini.
“Come comunità scientifica, noi studiamo continuamente come si formano i calcoli renali e posso dire che non è il calcio contenuto nell’acqua del rubinetto a provocarli. Solitamente è la concentrazione di vegetali e latticini che può portare problemi di questo tipo”.
I calcoli renali sono dei piccoli sassolini (dal latino calculus = sassolino) che si accumulano nelle vie urinarie e nei reni, provocando forte dolore.
La patologia assume il nome di calcolosi, o litiasi, ed è una delle più comuni nonché antiche malattie che possono coinvolgere il tratto urinario.
Si manifesta quando una sostanza contenuta nelle urine è presente in un quantitativo maggiore del normale.
Ciò porta a una sovrasaturazione, la quale può comportare la formazione di piccoli cristalli che, fondendosi tra loro nel fondo dei calici renali, possono dare vita a loro volta a dei calcoli.
Nel 90% dei casi, i calcoli renali sono composti da ossalato di calcio, ma è possibile che a costituirli sia anche il fosfato di calcio.
Esistono, poi, anche i calcoli renali di acido urico, quelli di cistina e quelli generati dalle infezioni delle vie urinarie.
La calcolosi colpisce soprattutto soggetti tra i 30 e i 50 anni e in occidente resta, ancora oggi, una delle patologie più diffuse sia tra gli uomini (più colpiti) che tra le donne.
La comparsa dei calcoli renali è spesso derivante da una dieta squilibrata o dalla scarsa assunzione di liquidi.
Per questo, anche per il dottor Giorgio Calabrese, uno dei consigli da seguire per provare a prevenire questa patologia resta bere molto:
“Per prevenire i calcoli renali bisogna bere tanta acqua. In americano si dice ‘washout’, colpo d’acqua. Anche l’acqua del rubinetto è bevibile”.
La comparsa dei calcoli ai reni può manifestarsi, però, anche per un rapporto di familiarità e la loro presenza può essere diagnosticata attraverso un’ecografia o una TAC.
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