Acqua del rubinetto, un italiano su tre non si fida a berla: è un pregiudizio giustificato?

Il nostro paese continua a essere il primo consumatore in Europa di acqua minerale in bottiglia, con quasi di 250 litri per abitante all’anno contro una media europea di 121

Per la prima volta un rapporto a livello nazionale, elaborato dal Centro nazionale per la sicurezza delle acque dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ha confermato che l’acqua potabile che esce dal rubinetto è sana e sicura in tutta Italia. Ma secondo l’Istat, come riporta il Corriere della Sera, un terzo degli italiani, ancora non si fida a consumare l’acqua di casa. Infatti, statistiche alla mano, il nostro paese continua a essere il primo consumatore in Europa di acqua minerale in bottiglia, con quasi di 250 litri per abitante all’anno contro una media europea di 121 (i dati sono riferiti al 2022 e sono riportati dalla Natural mineral waters Europe association).

Acqua del rubinetto
Acqua del rubinetto | pixabay @0xCoffe

“Fidatevi dell’acqua del rubinetto, è controllata e di ottima qualità – le parole al Corriere della Sera di Luca Lucentini, direttore del Centro nazionale sulla sicurezza delle acque –. Non servono filtri e depuratori domestici, il cui unico scopo, semmai, è quello di rendere più gradevole il sapore e l’odore dell’acqua. L’accesso all’acqua potabile, pulita e sicura, è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto umano universale. Il fatto che l’acqua potabile di casa sia a basso costo spesso induce a pensare che non sia di buona qualità. Questo pregiudizio ha contribuito a generare un grande mercato di acqua confezionata”.

Cosa fare allora?

Qual è il problema allora? In Italia bisogna cambiare mentalità e abitudini. L’acqua dal rubinetto, oltre a far bene alla nostra salute, è ecologica e sostenibile per le nostre tasche. Il rapporto curato dal Centro nazionale per la sicurezza delle acque ha esaminato i risultati di quasi 2,5 milioni di analisi chimiche e microbiologiche condotte in 16 regioni e nelle due provincie autonome di Trento e Bolzano (all’appello mancano ancora i dati di Toscana, Molise e Calabria) tra il 2020 e il 2022. Nello specifico, per valutare lo stato delle acque sono stati utilizzati circa 50 parametri sanitari chimici e microbiologici e parametri indicatori (non direttamente correlati alla salute).

Dall’indagine cosa emerge? Nei tre anni una percentuale media di conformità ai parametri sanitari del 99,1% e ai parametri indicatori del 98,4%. Per quanto riguarda i primi, ha spiegato Lucentini, “è stato verificato che alcune sostanze chimiche, quali ad esempio arsenico, fluoro, nitrati e boro, non superassero la soglia di tossicità tollerata dall’uomo, e che non ci fossero contaminazioni da virus, protozoi e batteri come enterococchi ed escherichia coli, che possono causare infezioni gastrointestinali”.

Rubinetto
Rubinetto | pixabay @ RonPorter

Meglio l’acqua gassata o naturale?

L’Iss ha messo in piedi un portale web interamente dedicato all’acqua potabile. “Bere l’acqua dal rubinetto non fa mai male. È fonte di sodio, magnesio e calcio, tutti minerali indispensabili per il nostro organismo. Non è vero, dunque, che un’acqua ricca di calcio faccia venire i calcoli renali: protegge addirittura dall’osteoporosi”, ha detto Graziano Onder, professore ordinario di geriatria all’università Cattolica di Roma e responsabile della segreteria scientifica dell’Iss. L’acqua è una risorsa essenziale per la nostra sopravvivenza. Ma quanto bisogna berne al giorno? Agli uomini è raccomandato berne due litri e mezzo, alle donne due. Si stima che circa il 20% del fabbisogno di acqua giornaliero venga introdotto con una dieta che preveda il consumo di frutta e verdura.

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