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Cura di sé

Acido bempedoico, cos’è e che impatto ha sul colesterolo

Questa nuova molecola si sta rivelando promettente come alternativa o complemento alle statine, grazie a risultati significativi ottenuti in recenti studi clinici

Un recente studio condotto in Germania ha acceso un nuovo faro sulle possibilità di trattamento dell’ipercolesterolemia, focalizzandosi in particolare sul colesterolo LDL, comunemente conosciuto come “colesterolo cattivo”. Questo tipo di colesterolo, quando presente in quantità elevate, rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Da anni, le statine rappresentano il trattamento d’elezione per il controllo del colesterolo LDL, grazie alla loro azione mirata a inibire la sintesi di colesterolo nel fegato. Tuttavia, una nuova molecola, l’acido bempedoico, si sta rivelando promettente come alternativa o complemento alle statine, grazie a risultati significativi ottenuti in recenti studi clinici.

La conferma dell’efficacia dell’acido bempedoico offre una nuova speranza per la lotta contro l’ipercolesterolemia e le malattie cardiovascolari ad essa associate. Se i futuri studi confermeranno questi risultati preliminari, questa molecola potrebbe diventare un punto di riferimento nella terapia contro il colesterolo alto, migliorando la vita di milioni di persone in tutto il mondo.

Lo studio MILOS

La conferma della potenziale efficacia dell’acido bempedoico arriva dal follow-up a due anni dello studio MILOS, un’osservazione multinazionale su pazienti con ipercolesterolemia primaria o dislipidemia mista. Lo studio, che ha coinvolto centinaia di pazienti in tutta Europa, ha incluso una coorte tedesca di 973 individui, seguiti in 125 centri sparsi per la Germania. I partecipanti sono stati sottoposti a tre valutazioni dei livelli di colesterolo LDL: al basale, dopo un anno e infine dopo due anni di trattamento.

I risultati sono stati particolarmente rilevanti per i 451 pazienti che hanno completato il follow-up con dati completi a tutte e tre le valutazioni. Nel corso dei due anni, i livelli medi di colesterolo LDL in questi pazienti sono scesi da 121,4 mg/dL (3,14 mmol/L) a 77,2 mg/dL (2,0 mmol/L), rappresentando una riduzione media del 30,3%. Questo dato sottolinea l’efficacia dell’acido bempedoico come possibile opzione terapeutica per ridurre significativamente il colesterolo LDL nei pazienti con ipercolesterolemia.

Acido Bempedoico

Ma cos’è esattamente l’acido bempedoico e come agisce? Questa molecola, classificata come “first-in-class” (ovvero una nuova classe terapeutica), si assume per via orale e agisce inibendo un enzima specifico, l’ATP citrato-liasi (ACL). Questo enzima è coinvolto nella produzione di colesterolo a livello epatico e rappresenta un bersaglio diverso rispetto a quello delle statine, che agiscono invece sull’enzima HMG-CoA reduttasi. Grazie a questa differente azione, l’acido bempedoico può essere utilizzato in combinazione con le statine, potenziandone l’efficacia e permettendo un ulteriore abbassamento dei livelli di colesterolo LDL.

Photo by Guillem d’Occam licensed under CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en)

Questa caratteristica è particolarmente interessante per i pazienti che non riescono a raggiungere i livelli ottimali di colesterolo LDL con le sole statine, o che presentano intolleranze a queste ultime. Infatti, la combinazione di statine e acido bempedoico potrebbe rappresentare una soluzione per quei pazienti ad alto rischio cardiovascolare che richiedono un intervento più incisivo ma non tollerano le dosi elevate di statine.

La situazione in Italia

In Italia, l’acido bempedoico è già disponibile in commercio sotto il nome di Nilemdo. Per accedere al trattamento, è necessario il parere di un medico, che può prescrivere la compressa da 180 mg da assumere una volta al giorno, indipendentemente dai pasti. Questa modalità di somministrazione semplice potrebbe facilitare l’aderenza al trattamento, un aspetto cruciale per garantire l’efficacia a lungo termine della terapia.

Il farmaco rappresenta una valida opzione per quei pazienti che, nonostante le statine, non riescono a ottenere un controllo adeguato dei livelli di colesterolo LDL. L’acido bempedoico si pone quindi come una risorsa innovativa per ridurre il rischio cardiovascolare e migliorare la qualità di vita di migliaia di pazienti affetti da ipercolesterolemia primaria o dislipidemia mista.

Il futuro della terapia

L’acido bempedoico rappresenta un importante passo avanti nella gestione del colesterolo alto, con implicazioni potenzialmente rivoluzionarie per il trattamento di questa condizione cronica. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno il potenziale del farmaco in altre popolazioni e nel lungo termine, i risultati dello studio MILOS offrono una solida base scientifica per considerare questa molecola una valida alternativa o un efficace complemento alle statine.

Per i pazienti che convivono con il colesterolo alto, la disponibilità di nuove opzioni terapeutiche come l’acido bempedoico rappresenta un’importante svolta. Con l’aumento della consapevolezza sui rischi associati al colesterolo LDL, l’attenzione dei medici si focalizza sempre più sull’ottimizzazione delle terapie. La possibilità di combinare trattamenti come statine e acido bempedoico permette di adattare meglio le terapie alle esigenze individuali, favorendo un controllo più personalizzato e mirato.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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