Qualche giorno fa Francesco Acerbi, difensore dell’Inter che ha vinto lo scudetto della seconda stella, ha dovuto alzare bandiera bianca. Non sarà convocato per gli Europei in Germania (così come Scalvini dell’Atalanta, che nel recupero contro la Fiorentina si è rotto il legamento crociato del ginocchio sinistro) a causa della pubalgia, con la quale stava facendo i conti da tempo. Un problema che non si è mai risolto e dopo un nuovo consulto, Acerbi ha capito che si sarebbe dovuto operare (cosa che ha poi fatto). Sarà pronto a luglio, per l’inizio del ritiro dei nerazzurri. Da qui il rammarico di saltare il torneo continentale in Germania, l’ultimo in carriera. Al posto di Acerbi il ct Luciano Spalletti aveva pre allertato Gatti della Juventus. Il bianconero adesso sogna la convocazione, visto anche l’infortunio di Scalvini. Un infortunio pesante quello di Acerbi anche perché nell’idea del commissario tecnico degli azzurri c’era quella di puntare sul blocco Inter per la difesa.
Ma cos’è la pubalgia? Si tratta di una condizione dolorosa che interessa la zona inguinale e/o pubica e/o l’interno coscia. In Italia, questo termine viene erroneamente impiegato per indicare una vasta gamma di problematiche, che possono riferirsi a visceri, tendini, articolazioni e muscoli. In definitiva, soffrire di pubalgia significa semplicemente “provare dolore” nella zona circostante la pelvi. Invece, con il termine pubalgia sportiva o atletica si intende una condizione medica riguardante l’articolazione pubica e che colpisce soprattutto gli atleti. L’incidenza di queste entità non è ben nota: alcuni ritengono che sia la causa più comune di dolore cronico all’inguine negli atleti, mentre altri (forse a causa di una diversa differenziazione) sostengono che sia poco frequente. Le cause possono essere diverse:
Il sintomo della pubalgia atletica è il dolore nei movimenti sportivi, in particolare l’estensione dell’anca, le torsioni e le rotazioni, che di solito si irradia alla regione del muscolo adduttore e persino ai testicoli. Ciò rende spesso difficile per il paziente individuare la posizione esatta. Dopo un’attività atletica, lo sportivo accusa rigidezza e fastidio, fino al dolore vero e proprio. Il giorno seguente uno sforzo intenso (ad esempio una partita), può risultare difficile addirittura alzarsi dal letto o scendere dall’automobile. Non solo. Qualsiasi sforzo che aumenti la pressione intra-addominale, come tosse, starnuti o attività motoria, può innescare ulteriormente il dolore.
Nelle prime fasi, il soggetto potrebbe essere in grado di continuare a praticare sport, aggravando progressivamente la condizione. L’eziologia del dolore all’inguine e al bacino può essere provocata da una vasta serie di cause, come eventuali danni alla colonna lombare, all’articolazione dell’anca, all’articolazione sacro-iliaca, all’addome e al sistema genito-urinario. Per questo la diagnosi di pubalgia atletica richiede un’abile differenziazione e un esame pubico accurato.
Le terapie conservative (un leggero stretching e un breve periodo di riposo) possono alleviare temporaneamente il dolore, ma il trattamento definitivo consiste nella riparazione chirurgica seguita da una riabilitazione ben strutturata. La prima opzione di trattamento conservativo dovrebbe essere quella di ripristinare il normale movimento dopo che l’adduttore ha iniziato a guarire (di solito 6-8 settimane dopo l’infortunio).
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