
Un medico nel corridoio di un ospedale | Pixabay @ Tung Nguyen - Saluteweb.it
Questa condizione si manifesta attraverso un’alterazione nei livelli di lipidi nel sangue. Per curarla può essere necessario apportare dei cambiamenti allo stile di vita ed eventualmente ricorrere a terapie farmacologiche
La dislipidemia è una condizione clinica che si manifesta attraverso un’alterazione nei livelli di lipidi nel sangue, in particolare colesterolo e trigliceridi. Questi grassi sono essenziali per il nostro organismo: il colesterolo è fondamentale per la sintesi di ormoni e vitamine, mentre i trigliceridi fungono da riserve energetiche. Tuttavia, quando i loro livelli superano i valori normali, il rischio di malattie cardiovascolari aumenta significativamente.
Cause della dislipidemia
La dislipidemia può avere numerose origini. Una delle cause più comuni è la predisposizione genetica, che può portare a una produzione eccessiva di colesterolo e trigliceridi o a difficoltà nell’eliminazione di questi lipidi. Inoltre, uno stile di vita poco salutare, come la sedentarietà, una dieta ricca di grassi saturi e zuccheri, o l’abuso di alcol, gioca un ruolo cruciale nello sviluppo di questa condizione. Anche alcune patologie, come il diabete, l’obesità, l’ipotiroidismo e l’insulino-resistenza, possono contribuire all’insorgenza della dislipidemia, così come l’assunzione di determinati farmaci, tra cui i contraccettivi orali e i glucocorticoidi.
Sintomi e diagnosi
Spesso, la dislipidemia non presenta sintomi evidenti fino a quando non provoca danni significativi, come la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, che possono portare a condizioni gravi come infarti o ictus. Nei casi di ipercolesterolemia familiare, è possibile osservare segni clinici caratteristici, come xantomi tendinei, xantelasmi o un arco corneale, tutti segnali di accumulo di colesterolo che richiedono attenzione medica.
La diagnosi di dislipidemia è relativamente semplice e si basa su un prelievo di sangue, che permette di misurare i livelli di colesterolo totale, LDL (il colesterolo “cattivo”), HDL (il colesterolo “buono”) e trigliceridi. Le linee guida raccomandano controlli regolari, ogni 4-6 anni per gli adulti sani, e ogni 1-2 anni per le persone con fattori di rischio cardiovascolare. Per chi ha già ricevuto una diagnosi di dislipidemia, i controlli devono essere più frequenti e seguire le indicazioni del medico curante.
Prevenzione e trattamento
La prevenzione della dislipidemia è un aspetto cruciale per mantenere la salute cardiovascolare. In particolare, è importantissimo a apportare modifiche allo stile di vita. Un’attività fisica regolare è fondamentale: si raccomandano almeno 150 minuti a settimana di esercizio aerobico, come camminata veloce, corsa, nuoto o ciclismo, per migliorare il metabolismo lipidico e gestire il peso.
Dal punto di vista alimentare, la dieta mediterranea si rivela particolarmente efficace nella prevenzione della dislipidemia. Questa dieta è caratterizzata da un elevato consumo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, pesce e olio extravergine d’oliva, tutti alimenti che aiutano a mantenere un profilo lipidico equilibrato. È essenziale limitare l’assunzione di zuccheri raffinati, grassi saturi e alcol, poiché questi contribuiscono all’aumento dei livelli di colesterolo LDL e dei trigliceridi.
Un’alimentazione equilibrata deve includere almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, privilegiando quelli di stagione. Proteine magre come pesce, pollo, tacchino e legumi sono preferibili rispetto a carni rosse grasse. I cereali integrali, come pane e pasta integrali, aiutano a mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue. Anche i semi e la frutta secca, come noci e mandorle, sono ottimi alleati per migliorare il profilo lipidico, purché consumati con moderazione.
Un altro aspetto chiave nella prevenzione della dislipidemia è smettere di fumare. Infatti il fumo aumenta l’infiammazione dei vasi sanguigni e accelera la formazione di placche aterosclerotiche, incrementando il rischio di eventi cardiovascolari. Smettere di fumare porta a miglioramenti evidenti del profilo lipidico già dopo pochi mesi.
Quando le modifiche allo stile di vita non sono sufficienti, può essere necessario ricorrere a terapie farmacologiche. Esistono diverse classi di farmaci utilizzati per trattare la dislipidemia. Le statine, come atorvastatina e simvastatina, sono tra i più comuni e agiscono inibendo la sintesi del colesterolo nel fegato. Altri farmaci, come l’ezetimibe, riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo, mentre i leganti degli acidi biliari costringono il fegato a utilizzare più colesterolo per produrre nuovi acidi biliari.
Negli ultimi anni, sono stati sviluppati nuovi farmaci, come gli inibitori del PCSK9, che offrono nuove speranze per i pazienti con dislipidemia difficile da trattare. Questi farmaci agiscono aumentando la rimozione del colesterolo LDL dal sangue, rappresentando una valida opzione per chi non tollera le statine o per chi necessita di ulteriori riduzioni.
La dislipidemia è una condizione che richiede attenzione e intervento precoce. Con una diagnosi tempestiva e un approccio mirato alla modifica dello stile di vita e, se necessario, all’uso di farmaci, è possibile gestire efficacemente i livelli di lipidi nel sangue e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. La collaborazione tra paziente e medico è fondamentale per individuare il piano terapeutico più adatto e migliorare la salute a lungo termine.