Il 28 luglio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale contro l’epatite. Un’occasione per sensibilizzare su questa patologia, per farla conoscere meglio e per raccontare le complessità che deve vivere chi ne soffre.La data non è di certo casuale. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha scelto il 28 luglio perché si tratta del giorno della
Per questo motivo abbiamo deciso anche noi di approfondire la questione, aiutandovi a capire cosa sia l’epatite e quante tipologie si conoscano.Partiamo dalla base: che cos’è l’epatite? Le epatiti sono tra le più frequenti forme di malattie acute e croniche del fegato.
Il termine epatite significa infiammazione e distruzione delle cellule epatiche. Normalmente
Ad oggi sono noti 5 tipi di epatite virale determinati dai cosiddetti virus epatitici maggiori. È bene, però, specificare che in circa il 10-20% dei casi l’agente responsabile dell’epatite resta ignoto. Non solo: nell’ultimo decennio del secolo scorso, spiega l’Istituto superiore di Sanità, sono stati isolati altri virus potenzialmente coinvolti in questi processi infettivi, quali il virus F, il virus G che, sebbene responsabile di infezione umana, solo in alcuni casi appare chiaramente associabile a malattia, il virus TT, frequentemente isolato in pazienti con vari tipi di patologie epatiche così come in soggetti sani, e ultimamente il SEN virus, isolato in soggetti con epatite virale.
L’epatite virale A è una malattia infettiva acuta causata da un virus a RNA appartenente al genere Heparnavirus della famiglia dei Picornaviridae, che aggredisce le cellule del fegato. Si trasmette attraverso:
L’epatite C è causata da un virus a RNA (HCV). L’infezione si sviluppa in maniera asintomatica o presenta sintomi vaghi e poco specifici. Il 20% dei casi segue un decorso di guarigione; nell’80-85% dei casi, invece, l’infezione acuta può cronicizzare e trasformarsi in una patologia di lunga durata o condurre alla cirrosi.
Nell’epatite D la modalità di trasmissione è la stessa dell’epatite B e il periodo di incubazione va da 2 a 8 settimane. L’infezione può verificarsi secondo due modalità:
Infine, per l’epatite E, come per la A, la trasmissione avviene per via oro-fecale, e l’acqua contaminata da feci è il veicolo principale dell’infezione. Il periodo di incubazione va da 15 a 64 giorni. Le forme fulminanti si presentano più frequentemente nelle donne gravide, specialmente nel terzo trimestre di gravidanza, con letalità che arriva fino al 20%.
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