28 luglio Giornata mondiale dell’Epatite, cos’è e quanti tipologie conosciamo?

Il 28 luglio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale contro l’epatite. Un’occasione per sensibilizzare su questa patologia, per farla conoscere meglio e per raccontare le complessità che deve vivere chi ne soffre.La data non è di certo casuale. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha scelto il 28 luglio perché si tratta del giorno della nascita di Baruch Blumberg (28 luglio 1925), il biochimico statunitense vincitore del premio Nobel nel 1967 per la scoperta del virus dell’Epatite B e per aver sviluppato il primo vaccino. Per questo motivo abbiamo deciso anche noi di approfondire la questione, aiutandovi a capire cosa sia l’epatite e quante tipologie si conoscano.

Giornata mondiale dell’epatite: che cos’è?

Partiamo dalla base: che cos’è l’epatite? Le epatiti sono tra le più frequenti forme di malattie acute e croniche del fegato. La causa più comune della sua insorgenza è rappresentata da uno dei cinque virus dell’epatite, differenziati dalle lettere A, B, C, D (detto anche Delta) ed E, che condividono la capacità di compromettere più o meno gravemente la funzionalità del fegato.

Fegato
Immagine | Unsplash @Julien Tromeur – Saluteweb.it

Il termine epatite significa infiammazione e distruzione delle cellule epatiche. Normalmente, la principale funzione del fegato è distruggere le sostanze di rifiuto presenti nel sangue. Nel momento in cui si infiamma non è, però, più in grado di svolgere il suo compito ed eliminare le tossine. Il risultato è un accumulo nel sangue di bilirubina, sostanza di scarto, che rende la pelle di una persona di un colore giallo-arancio (ittero).

Quanti tipi di epatite esistono?

Ad oggi sono noti 5 tipi di epatite virale determinati dai cosiddetti virus epatitici maggiori. È bene, però, specificare che in circa il 10-20% dei casi l’agente responsabile dell’epatite resta ignoto. Non solo: nell’ultimo decennio del secolo scorso, spiega l’Istituto superiore di Sanità, sono stati isolati altri virus potenzialmente coinvolti in questi processi infettivi, quali il virus F, il virus G che, sebbene responsabile di infezione umana, solo in alcuni casi appare chiaramente associabile a malattia, il virus TT, frequentemente isolato in pazienti con vari tipi di patologie epatiche così come in soggetti sani, e ultimamente il SEN virus, isolato in soggetti con epatite virale.

L’epatite virale A è una malattia infettiva acuta causata da un virus a RNA appartenente al genere Heparnavirus della famiglia dei Picornaviridae, che aggredisce le cellule del fegato. Si trasmette attraverso:

  • gli alimenti,
  • le bevande contaminate,
  • il contatto diretto con persone infette.

L’epatite virale B è un’infezione del fegato causata da un virus a DNA, uno dei virus più infettivi al mondo. Si trasmette attraverso l’esposizione a sangue infetto o a fluidi corporei – come sperma e liquidi vaginali. L’epatite C è causata da un virus a RNA (HCV). L’infezione si sviluppa in maniera asintomatica o presenta sintomi vaghi e poco specifici. Il 20% dei casi segue un decorso di guarigione; nell’80-85% dei casi, invece, l’infezione acuta può cronicizzare e trasformarsi in una patologia di lunga durata o condurre alla cirrosi.

Nell’epatite D la modalità di trasmissione è la stessa dell’epatite B e il periodo di incubazione va da 2 a 8 settimane. L’infezione può verificarsi secondo due modalità:

  • infezione simultanea da virus B e D. In questo caso si verifica un epatite clinicamente simile all’epatite B
  • sovrainfezione di virus D in un portatore cronico di HBV. Si verifica allora una nuova epatite acuta a volte fatale.

Infine, per l’epatite E, come per la A, la trasmissione avviene per via oro-fecale, e l’acqua contaminata da feci è il veicolo principale dell’infezione. Il periodo di incubazione va da 15 a 64 giorni. Le forme fulminanti si presentano più frequentemente nelle donne gravide, specialmente nel terzo trimestre di gravidanza, con letalità che arriva fino al 20%.

 

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